“Regole della quarantena come negli ospedali”: la proposta dei genitori per scongiurare la Dad

Protesta ddel comitato “A scuola” sotto la sede della Regione Lombardia. “Incredibile che si applichino le stesse regole della quarantena dello scorso anno”.

Arriva dalla Lombardia la proposta per cambiare le regole della quarantena a scuola in caso di presenza di un positivo al Covid-19 in classe. L’hanno portata in piazza un gruppo di genitori che questa mattina hanno manifestato sotto le finestre della sede della Regione per chiedere l’applicazione dei protocolli utilizzati nelle strutture sanitarie e negli ospedali anche all’interno degli istituti scolastici. L’obiettivo è quello di scongiurare un ritorno, anche intermittente, alla didattica a distanza che già in questi primi giorni di scuola è tornata ad insidiare i sogni di ritorno alla normalità degli studenti italiani, da nord a sud.

La proposta avanzata dal comitato dei genitori “A scuola” si ispira al protocollo già in uso negli ospedali, dove non sono messi automaticamente in quarantena tutti i contatti di un positivo. In pratica si chiede di evitare l’applicazione di un protocollo di quarantena uguale all’anno scorso perché le condizioni non sono più quelle spiegano i genitori.

“Il problema, sostengono dal comitato, sta proprio nella definizione di contatto stretto su cui si fonda il protocollo attualmente in vigore. Definizione che contraddice quella dell’Istituto Superiore di Sanità secondo cui è tale- e dunque passibile di quarantena- il soggetto venuto in contatto con un positivo in un ambiente chiuso in assenza di DPI idonei”. Perciò, è l’opinione di ‘A scuola’ sarebbe necessario differenziare “evitando di considerare i compagni di classe contatti stretti a priori, per lo meno negli ordini di studio nei quali la mascherina è sempre portata, come nelle secondarie inferiori (dove non è prevista il servizio mensa) e nelle scuole superiori dove la percentuale di ragazzi vaccinati è comunque rilevante.

Nei giorni scorsi però l‘assessora regionale al Welfare Letizia Moratti ed ex ministra dell’Istruzione sul caso aveva rispedito la palla al governo: “Abbiamo già proposto questo metodo ma il governo in questo momento ha preferito mantenere la differenziazione 7 giorni/10 giorni e non la differenziazione per le classi già interamente vaccinate”. “Negli ospedali il protocollo ha funzionato perché tutti portano la mascherina, come a scuola, e perché quasi tutti sono vaccinati, come sta avvenendo a scuola dove la vaccinazione è obbligatoria per gli insegnanti e la percentuale di vaccinati tra i ragazzi, in Lombardia ma non solo, è alta. I ragazzi hanno dimostrato una grande responsabilità, ora bisogna dare loro il messaggio che vaccinarsi serve e cambia le cose” concludono dal comitato.

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