5 domande al colloquio di lavoro che rischi di cannare (se non sei preparato)

domande al colloquio di lavoro

Il colloquio di lavoro è un momento delicato, bisogna essere preparati e pronti a rispondere alle domande e alle eventuali prove del processo di selezione. Durante il colloquio si gioca gran parte del percorso valutativo. In pochi minuti dobbiamo essere in grado di presentare in maniera positiva, chiara ed efficace le nostre conoscenze, le nostre competenze ma anche le nostre attitudini, esperienze e progetti. Continua la lettura per scoprire le domande al colloquio di lavoro su cui non bisogna trovarsi impreparato.

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Come prepararsi alle domande al colloquio di lavoro

Allora come dobbiamo prepararci ad un colloquio di lavoro? Quali sono le cose da sapere e le domande fondamentali a cui saper rispondere? Quali sono le prove più diffuse con cui capita di confrontarsi? Affrontare un colloquio di lavoro al meglio presuppone una preparazione adeguata.

Non è sempre così, poiché spesso la convocazione ad un colloquio di lavoro è sottovalutata e si arriva all’appuntamento senza conoscere e, soprattutto, mettere in atto le strategie migliori.

Vediamo le domande del colloquio di lavoro su cui non bisogna trovarsi impreparato.

La presentazione

Per prima cosa, di fronte ad un selezionatore è bene presentarsi in modo chiaro e sintetico e saper comunicare le proprie capacità.

Una tipica domanda sottoposta in sede di selezione riguarda il modo in cui percepiamo e descriviamo noi stessi. Ad esempio, il selezionatore può chiedere ”mi parli di lei” o “perché si trova qui”, allo scopo di mettere a proprio agio e contemporaneamente di far venire allo scoperto il candidato.

Di fronte a questa domanda apparentemente amichevole, ci si gioca una carta importante nei confronti del selezionatore, impariamo gli “arnesi” del mestiere.

Autoanalisi e valutazione di sé in un’ottica di concretezza

Doti molto richieste sono: mostrare padronanza di sé, delle proprie conoscenze, capacità, qualità personali ed essere in grado di portare esempi concreti, casi in cui si è dimostrato di avere quelle date qualità e saperle comunicare.

Un buon allenamento è, ad esempio, parlare delle esperienze vissute concentrandosi sui risultati accademici e le aspirazioni professionali, combinando le esperienze passate con le più attuali.

La capacità di autoanalisi è molto apprezzata; spesso viene proposta, a seguire, la fatidica domanda “quali doti e difetti pensa di avere“; al candidato viene chiesto di presentarsi con degli aggettivi che connotano gli aspetti positivi e negativi della sua personalità.

A questo tipo di domanda è bene dimostrarsi fiduciosi ed è auspicabile portare esempi reali di situazioni pratiche. Riguardo ai punti di debolezza, tutti hanno delle mancanze! non serve nasconderle, ma è consigliabile trovare l’argomentazione adeguata che le faccia percepire come aspetti che non si è ancora avuto occasione di testare e che assolutamente si intendono sviluppare. L’atteggiamento pro-attivo paga sempre.

Interessi personali

Spesso viene richiesto l’ultimo libro lettogli hobby, le associazioni cui si fa parte, tempo dedicato alla socializzazione e tutto ciò che riguarda l’aspetto privato. Il candidato non deve percepire questo tipo di richieste informative come un divagare del selezionatore tanto meno come un invasione della propria privacy.

La domanda sugli interessi può essere un modo dell’interlocutore di spostare anche per una attimo l’attenzione su temi di nostra competenza. Spesso, parlare delle proprie passioni si rivela utile per sondare un terreno più permeabile e che ci rende più trasparenti. Il far conoscere le attività extra-lavorative può rivelare competenze di cui non si ha piena consapevolezza.

“Cosa faresti se…?”. Rapportarsi alle urgenze

In tutti i lavori, nella vita quotidiana in generale siamo sottoposti a scelte. Alcune di queste richiedono imminenza e rapidità maggiore rispetto ad altre. Molto spesso in sede di selezione viene valutato lo stato di stress, se sottoposti ad attività particolarmente onerose ed il rapporto che si ha con le urgenze. Il timore che si ha generalmente è quello di dare una risposta ovvia, del tipo: “non sono un tipo ansioso, se c’è una cosa importante da fare mi attivo prontamente“.

Questo è molto spesso ciò che si pensa di attuare ma non è detto che si riesca a realizzare sempre, soprattutto perché nelle attività lavorative il tempo è una risorsa che tende a scarseggiare e che necessita di essere sempre ottimizzata in vista del raggiungimento degli obiettivi. In questo caso può essere utile rispondere che si ha un buon controllo di sé e che si agisce per priorità e che di fronte ad una urgenza, non ci tira indietro. Piccoli accorgimenti che in un colloquio di selezione potrebbero marcare la differenza e consentire l’accesso al posto desiderato.

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Studiare l’azienda

Prima di un colloquio non bisogna mai dimenticarsi di acquisire il maggior numero di informazioni sull’azienda che vi ha contattati. Usate il sito, i social network o qualsiasi altro mezzo che vi permetta di conoscere la sua struttura, il settore in cui opera e la filosofia aziendale. Questo vi permetterà sia di capire se quell’azienda è l’azienda giusta per voi, sia di mostrarvi preparati durante la selezione.

Preparatevi un discorso

Simulate una presentazione di voi stessi. Mettete in luce le vostre caratteristiche professionali, le vostre competenze. Portate a supporto degli esempi. Tutto al fine di mettere in risalto le motivazioni per le quali siete la persona adatta per quella posizione. Tutto questo con un atteggiamento spontaneo, mostrando la giusta dose di sicurezza e autostima. Un buona tecnica, laddove ci sia una parziale mancanza di requisiti, è quella di mostrarsi volenterosi nell’apprendere nuove conoscenze.

Il look giusto

Anche l’abito “fa” il monaco. In un colloquio, infatti, anche il vostro outfit potrà incidere nella scelta. Abiti sobri, che vi facciano prima di tutto sentire a vostro agio. Evitate di essere particolarmente eccentrici o trasmettere un aspetto trasandato. In particolare per le donne potrebbe essere più opportuno evitare trucco pesante e un numero eccessivo di accessori.

Non abbiate paura di chiedere

Se qualche aspetto non vi è chiaro non esitate a fare domande. Chiedere spiegazioni, maggiori dettagli mostrerà un atteggiamento di interesse e di curiosità che sicuramente
sarà apprezzato dai vostri interlocutori. Inoltre, sarà un’ottima occasione per capire se quanto vi stanno offrendo sia in linea con i vostri interessi.

Concludete con stile

Al termine del colloquio evitate di chiedere come è andata. Attendete che sia il vostro interlocutore ad esprimere un’opinione. Prima di salutare come segno di interesse chiedete quali saranno i passi successivi. Evitate però nei giorni seguenti di assillare l’azienda per avere un riscontro, potete provare ad inviare un’email qualche settimana dopo per avere notizie circa l’esito e magari avere anche delle motivazioni. Se l’esito dovesse essere negativo pensate che comunque questo colloquio sarà stata un’esperienza formativa sulla quale riflettere e dalla quale ripartire per rimettersi di nuovo in gioco.