Patrick Zaki contro Netanyahu: “è un criminale di guerra”. E dice no alle Università vicine a Israele

L’attivista egiziano alla manifestazione dei Giovani palestinesi in piazza Scaravilli e in serata sarà al festival ‘Spoiler’ ai giardini di Filippo Re
Egyptian activist Patrick Zaki meets citizens on the day of his return to Italy after 22 months in prison in Egypt in Piazza Maggiore in Bologna on July 24, 2023 in Milan, Italy. (Photo by Alessandro Bremec/NurPhoto)

“Sono stato attaccato per averlo detto. Ma lo voglio ribadire: Netanyahu è un criminale di guerra. E non chiederò scusa per quanto ho scritto”. Non usa mezzi termini Patrick Zaki, l’attivista per i diritti umani egiziano, finito a lungo in carcere nel suo Paese, che ha preso parte alla manifestazione organizzata in piazza Scaravilli dagli studenti pro-Gaza, che protestano da domenica scorsa nel cuore dell’Alma Mater.

 “Il Governo israeliano è la principale causa delle violenze e di quanto sta accadendo in Palestina”, aggiunge Zaki, secondo cui il premier israeliano “dovrebbe affrontare la prigione per quanto sta facendo”.

L’Alma mater di Bologna e tutte le altre Università italiane, per Zaki, dovrebbero interrompere ogni collaborazione e accordo con realtà israeliane. “Non accetteremo che con le nostre tasse e i nostri soldi e le nostre attività si finanzi Israele e l’uccisione dei palestinesi”, dice Zaki. Anche il Governo deve “prendere posizione – aggiunge – : sta continuando ad armare Israele, non possiamo accettare che i nostri soldi siano usati per uccidere i palestinesi. Anche il silenzio è complicità con questo crimine. Bisogna fermare tutto questo il prima possibile”.

La situazione in Egitto

Zaki spiega che in Egitto le manifestazioni studentesche a favore della popolazione di Gaza vengono controllate e spente sul nascere. “C’è molto controllo – dice Zaki -: 14 studenti finora sono stati arrestati e nelle Università non c’è la libertà di organizzare attività per la Palestina. Non è facile, è un vero rischio per la vita, sono davvero degli eroi a sostenere le ragioni Palestina”. Ma c’è chi, come gli studenti dell’università americana a Il Cairo che, “continuano a combattere”, essendo di “ispirazione per altri Atenei”, sottolinea Zaki.

Un importante sostegno sono anche le voci di protesta che si levano dai campus degli atenei europei e americani. Zaki “spera che altri studenti in Egitto riescano a fare quello che gli studenti fanno a Bologna”. Zaki invita poi gli studenti a coordinarsi a livello nazionale, fino a portare queste istanze in Parlamento. “Potete realizzare un vero cambiamento”, conclude l’attivista rivolgendosi agli studenti.

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