La nuova Maturità 2022 è nelle mani del ministro Patrizio Bianchi, secondo la legge delega inserita in legge di Bilancio che permetterà al capo di Viale Trastevere di modificare gli esami di Stato e prevedere o meno prove scritte, senza dover ripassare in Parlamento. “A gennaio decideremo”, ha fatto sapere l’ex rettore dell’Università di Ferrara voluto da Draghi a guidare la scuola. Nelle settimane precedenti, invece, aveva aperto all’appello degli studenti su un esame “light”, con un maxiorale e una sola prova scritta di italiano (forse modificata, da nazionale a locale). E fino ad ora non vi è certezza che l’esame si potrà fare in presenza.
Prova scritta e orale
“Agli studenti dico di lavorare e prepararsi, al di là di come sarà l’esame che stiamo preparando e vi assicuro che sarà serissimo. Ma non possiamo dimenticare cosa hanno passato gli studenti durante la pandemia”. Frasi di Bianchi che avevano fatto gridare allo scandalo, temendo il secondo anno con un esame alleggerito e svuotato del suo originale significato. Sulla possibilità di un esame “tradizionale” si era esposa nei giorni scorsi anche la sottosegretaria Barbara Floridia: “Sicuramente l’esame sarà diverso dallo scorso anno. Se la pandemia lo permetterà cercheremo di tornare verso un esame tradizionale”.
“Auspico fortemente che ci sia un ritorno alla normalità e alla serietà di una prova scritta che manca da due anni e la cui assenza penalizza proprio gli studenti – aveva scritto nelle scorse settimane il sottosegretario Rossano Sasso -. Al serio e probabile rischio di essere impopolare tra gli studenti e tra parenti e figli di amici, reagisco con quello che ritengo debba essere il denominatore comune di chi educa: pensare a ciò che è meglio per il loro bene ed il loro futuro, non ad essergli amico a tutti i costi”. Durante il suo lungo intervento su facebook, il sottosegretario della Lega ricordava quanto fosse importante non “delegittimare l’impegno” degli studenti, attaccando una delle iniziative principali dei 5 Stelle, per altro della stessa maggioranza, affermando che “la nostra società, già permeata dal disimpegno creato dal mito del reddito di cittadinanza, sta conoscendo quello del disimpegno nell’istruzione e nella formazione”.
Cosa dice il mondo della scuola
Molti intellettuali e docenti si sono schierati a favore di una prova seria, con entrambe le prove scritte e non svuotata di contenuto. Come affermano intellettuali del calibro dello storico Luciano Canfora, Mauro Tulli, Giuseppe D’Alessio e altri.
L’appello sulle prove
Signor Ministro,
Le scriviamo allo scopo di manifestare il nostro allarme per le molte voci che Le attribuiscono la volontà di amputare l’esame di maturità delle prove scritte, che ne sono da sempre il centro e la sostanza. Non intendiamo eccepire sulle sospensioni della normalità che la situazione sanitaria ha reso necessarie in passato e forse renderà necessarie in futuro. Temiamo invece che il virus possa diventare il pretesto per trasformare una scelta emergenziale in una prassi corrente, e per dismettere con fretta temeraria conquiste e principii che appartengono non meno alla comune civiltà che alla scuola in senso stretto.
il no sull’abrogare le prove d’esame
Abbiamo letto che la progettata soppressione degli scritti intenderebbe venire incontro a un appello firmato da molte migliaia di studenti. Gli studenti, i giovani, parlano anche di ecologia, diritti, parità, moralità della politica, in genere senza trovare ascolto. In questo caso invece l’ascolto è stato ampio e immediato. L’appello di alcuni studenti è diventato l’appello degli studenti, e la difesa delle prove scritte, già intrapresa da insigni intellettuali e uomini di scienza, è stata fatta grottescamente passare per un’iniziativa di contrasto e di rimprovero, quando non come una forma di insensibilità misoneistica e miope. Come non avrebbe senso indire un referendum sul quesito se abrogare le tasse, o la scuola-guida, così non ha senso consultare un imprecisato numero di studenti per chiedere loro se abrogare una o più prove d’esame.
Difendere la assoluta indispensabilità delle varie prove scritte previste per i diversi ordini di scuole è come voler dimostrare una verità autoevidente. La verifica della acquisita maturità e delle acquisite conoscenze (storiche, filosofiche, linguistiche, scientifiche) può avvenire unicamente attraverso un elaborato effettivamente autentico. Il cui vantaggio diagnostico consiste nel dimostrare l’ordine mentale oltre che la perizia lessicale e le competenze nel merito.
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