“Giù le mani dalle due prove scritte della Maturità 2022”

Da Luciano Canfora a Paola Mastrocola, nuovo appello per salvare l’esame di Stato: non solo il tema, ma anche la seconda prova è indispensabile

Continua la mobilitazione del mondo accademico contro l’ipotesi di un nuovo esame di Maturità con prove in versione light causa Covid. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha ottenuto attraverso la legge di Bilancio la delega a modificare con una o più ordinanze l’esame di Stato a seconda dell’andamento dell’emergenza sanitaria. Al momento le ipotesi al vaglio sono tre: maxi orale come l’anno scorso, orale più tema ma senza seconda prova, oppure Maturità integrale, con entrambi gli scritti. La decisione verrà presa a gennaio.

Dallo storico Luciano Canfora al filologo Mauro Tulli, dal gracista Giuseppe D’Alessio alla scrittrice Paola Mastrocola, sono in tanti gli intellettuali italiano che hanno firmato un appello al ministro Patrizio Bianchi sulla possibilità di una nuova Maturità leggera per gli studenti, nel caso in cui l’emergenza contagi dovesse peggiorare, con la scomparsa della seconda prova e forse di uno scritto “depotenziato” e non più nazionale.

L’appello sulle prove di Maturità

Signor Ministro,
Le scriviamo allo scopo di manifestare il nostro allarme per le molte voci che Le attribuiscono la volontà di amputare l’esame di maturità delle prove scritte, che ne sono da sempre il centro e la sostanza. Non intendiamo eccepire sulle sospensioni della normalità che la situazione sanitaria ha reso necessarie in passato e forse renderà necessarie in futuro. Temiamo invece che il virus possa diventare il pretesto per trasformare una scelta emergenziale in una prassi corrente, e per dismettere con fretta temeraria conquiste e principii che appartengono non meno alla comune civiltà che alla scuola in senso stretto.

Abbiamo letto che la progettata soppressione degli scritti intenderebbe venire incontro a un appello firmato da molte migliaia di studenti. Gli studenti, i giovani, parlano anche di ecologia, diritti, parità, moralità della politica, in genere senza trovare ascolto. In questo caso invece l’ascolto è stato ampio e immediato. L’appello di alcuni studenti è diventato l’appello degli studenti, e la difesa delle prove scritte, già intrapresa da insigni intellettuali e uomini di scienza, è stata fatta grottescamente passare per un’iniziativa di contrasto e di rimprovero, quando non come una forma di insensibilità misoneistica e miope. Come non avrebbe senso indire un referendum sul quesito se abrogare le tasse, o la scuola-guida, così non ha senso consultare un imprecisato numero di studenti per chiedere loro se abrogare una o più prove d’esame.

Difendere la assoluta indispensabilità delle varie prove scritte previste per i diversi ordini di scuole è come voler dimostrare una verità autoevidente. La verifica della acquisita maturità e delle acquisite conoscenze (storiche, filosofiche, linguistiche, scientifiche) può avvenire unicamente attraverso un elaborato effettivamente autentico. Il cui vantaggio diagnostico consiste nel dimostrare l’ordine mentale oltre che la perizia lessicale e le competenze nel merito.

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