Alla Sapienza tornano le tende per Gaza: “Presidio fisso”

Gli studenti hanno montato le tende al termine di un’assemblea “in continuazione con il percorso di mobilitazione che stiamo portando avanti da mesi”
Foto dall’account Instagram del Coordinamento collettivi Sapienza

Il proseguimento della mobilitazione, con quelle che da manifesto della protesta contro il caro-affitti, sono poi diventate il simbolo della lotta per Gaza, era stato annunciato dal Coordinamento dei collettivi della Sapienza, Cambiare Rotta, il movimento studenti palestinesi in Italia e altri gruppi universitari. “Dalla Columbia alla Sapienza, Intifada fino alla vittoria” è lo slogan con cui gli attivisti romani si riallacciano alle proteste in corso nelle università statunitensi. 

Come alla Columbia

Le tende sono state montate al pratone della Città universitaria, a pochi passi dal Rettorato, nel tardo pomeriggio di oggi, 6 maggio, al termine di un’assemblea organizzata per “costruire insieme la mobilitazione studentesca e il boicottaggio accademico”. All’appello hanno risposto in tanti, e così il pratone è tornato ad affollarsi di tende, striscioni e bandiere della Palestina: “In continuazione con il percorso di mobilitazione che stiamo portando avanti da mesi in solidarietà alla Palestina abbiamo deciso di tornare in tenda alla Sapienza – spiegano gli attivisti -. Dopo l’occupazione del rettorato e la mobilitazione delle tende che avevano già animato la nostra università e lo sciopero della fame, dopo gli eventi avvenuti all’Università della Columbia anche l’Italia si mette in tenda. Roma risponde alla chiamata, la mobilitazione non può fermarsi. Saremo in presidio fisso al pratone”. Gli studenti, dunque, intendono passare la notte nell’ateneo, come già fatto in precedenza.

Le richiesta degli studenti

L’obiettivo è portare avanti lo stato di agitazione permanente fino alla prossima riunione del Senato accademico, in programma il 14 maggio, per ottenere dalla rettrice, Antonella Polimeni, un incontro pubblico sugli accordi di collaborazione con le università israeliane. E per chiedere pubblicamente la fine di questi accordi, con il boicottaggio di Israele e una presa di posizione netta a favore di Gaza, e le dimissioni di Polimeni dal comitato tecnico-scientifico della fondazione Med-Or di Leonardo Spa. Il precedente incontro con la rettrice, a cui hanno partecipato i due studenti che per primi hanno iniziato lo sciopero della fame, Leonardo Cusmai e Francesca Lini, è stato infatti giudicato “deludente”. Intanto la mobilitazione si è estesa, con le medesime rivendicazioni, anche a Roma Tre e a Tor Vergata. 

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