Niente più note e punizioni: a Treviso la scuola diventa un tribunale con l’aula delle “mediazioni”

Inaugurata ieri nell’istituto “Besta” uno spazio dove gli studenti potranno confrontarsi tra di loro per dirimere liti e questioni legate alla vita scolastica. A “giudicare” ci saranno prof e compagni di classe. L’iniziativa arriva dalla Spagna e ha avuto già notevole successo in Friuli Venezia Giulia. La preside: “Note e punizioni non funzionano più”.

Aule scolastiche come sedi di tribunali per dirimere le liti tra studenti. Accade a Treviso dove all’Istituto superiore “Besta” ieri è stata inaugurata, tra le prime in Italia, “l’aula di mediazione” composta da professori e studenti per sanare le controversie interne. “In un periodo in cui – ha spiegato al Corriere del Veneto la preside Renata Moretti – insorgono conflitti per banalità causati dalla mancata socializzazione dei ragazzi a seguito della pandemia, vogliamo fare la differenza”.

“I vecchi sistemi non funzionano più”

“Note e punizioni non funzionano ma occorre trovare la strada del dialogo per affrontare le liti che si verificano durante le ore di studio – ha ribadito la preside avvicinandosi al pensiero del ministro dell’Istruzione Valditara che, nelle scorse settimane, aveva proposto (non senza polemiche) di affidare ai lavori socialmente utili gli studenti violenti a scuola – Si tratta di un modo diverso di fare educazione, visto che la scuola ha tra i propri compiti quello formativo, dopo la famiglia. Le punizioni che ha dato la scuola fino a questo momento lasciano il tempo che trovano, la cosa finisce lì, non creano consapevolezza, non insegnano e non trasmettono nulla ai ragazzi. In questo modo invece i facciamo pensare, insegniamo loro, o almeno ci proviamo, a trasmettere valori come l’empatia e il rispetto reciproco”.

I precedenti in Spagna e Friuli Venezia Giulia

L’iniziativa aveva riscosso un certo successo nel vicino Friuli Venezia Giulia, dove era già stato sperimentato dopo averlo copiato dalla Spagna, in cui sta spopolando per i risultati che ottiene. Nel corso degli ultimi due anni scolastici, gli esperti della scuola trevigiana hanno formato prima i docenti e poi gli alunni. “Sono otto i ragazzi – ha concluso la dirigente – preparati per affrontare le attività di mediazione. Con l’aiuto degli insegnanti utilizzeranno le strategie e i metodi appresi per risolvere le controversie che si presenteranno”.

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