Altro che nota sul registro: bulli, studenti che fanno disperare insegnanti e genitori, alunni che si divertono ad essere il tormento dei compagni, scontano la “pena” rendendosi socialmente utili alla Caritas.
L’idea arriva da Foligno e si propone come uno spunto importante per tutte le scuole nazionali.
Spesso, si tratta di ragazzi che provengono da famiglie con grossi problemi e che hanno grandi difficoltà. Il volontariato alla Caritas li aiuta a scoprire una dimensione nuova e a riscoprire nell’altro in difficoltà una parte di sé.
Si tratta di una metodologia che produce effetti molto importanti sugli studenti.
“La diffidenza iniziale non è dovuta a presunzione, ma, spesso, alla difficoltà di rapportarsi con l’altro. È stata un banco di prova per tutti che ha portato ad un bilancio complessivo. L’esperienza vissuta gomito a gomito ha visto molti di questi giovani proseguire nell’esperienza del volontariato”, ha spiegato il Direttore della Caritas, Mario Masciotti.
AZ