Russel Crowe anima rock e la Mannino imprevedibile: le pagelle alla terza serata del Festival

L’attore neozelandese (in cerca dei suoi avi italiani) porta un po’ di musica decente sul palco dell’Ariston. La comica siciliana manda all’aria la scaletta ingessata di Amadeus in cui sembra essere stato risucchiato anche il FantaSanremo: da gioco per clandestini a spot per i brand più disparati.

Teresa Mannino: 6,5

Parlantina tipicamente siciliana, così come la sua verve, ha il merito di portare sul palco dell’Ariston (mai ingessato come quest’anno) un po’ di imprevedibilità. Battute e gag non indimenticabili, così come il monologo sul potere degli uomini, ma le sue incursioni scivolano via in leggerezza nonostante qualche finto imbarazzo di troppo di Amadeus. Il pericolo, ad un certo punto, è stato che il rapporto tra di loro scopiazzasse quello stucchevole tra Fabio Fazio e la Littizzetto. Ma per fortuna, nostra e loro, si sono fermati prima.

Russel Crowe: 7,5

Quello che ci ha colpito di più dell’esibizione dell’attore neozelandese non è stato tanto lo sfottò al “qua qua” di Travolta, quanto la musica che ha portato sul palco. Note tra rock e blues che sono state una boccata di aria fresca in un Festival che, musicalmente parlando, non passerà di certo alla storia per le melodie generate. Fenomenale quando riesce a far sbellicare dalle risate chi l’agghiacciante gag con Travolta l’aveva, se non teorizzata, almeno condivisa. Evidentemente Amadeus non è permaloso.

Il bacio tra Emma e Giuliano Sangiorgi: N.C.

Dopo un’edizione, la scorsa, passata alla storia quasi esclusivamente per il bacio (con annessa limonata) tra Rosa Chemical e Fedez, solo pensare di baciare sulle labbra qualcuno sul palco di Sanremo dovrebbe essere inserita tra i dieci crimini più feroci al mondo. Ecco perché lo smack del cantante dei Negramaro alla collega Emma non toglie e non aggiunge assolutamente niente né alla loro esibizione, né al messaggio che (eventualmente) volevano lanciare. Non classificabile (come le loro canzoni).

Eros Ramazzotti e Gianni Morandi: 5

Se c’è un aspetto su cui il festival di Amadeus sta deludendo le aspettative sono gli ospiti, soprattutto quelli canori. Ieri, dopo le esibizioni top di Mengoni e Giorgia (che però quest’anno fanno parte del cast delle serate) è stato il turno di Eros Ramazzotti e Gianni Morandi. Poche emozioni e zero coinvolgimento nonostante canzoni nostalgiche e retrò. Forse si poteva osare di più, coinvolgendo sul palco dell’Ariston nomi che non vedremo mai in gara e che per questo sarebbe forse il caso di farci sentire e gustare. E, invece, su questo tema sembra che il Sanremo di Amadeus assomigli sempre di più a un cane che si morde la coda: cantante che canta e che poi conduce, che poi canta ancora e che poi riconduce e che poi ricanta. Anche basta.

FantaSanremo: 3

Era partito come un gioco imprevedibile che coinvolgeva fan e cantanti, è diventato uno schema ingabbiato pieno di sponsor a buon mercato. Ieri, addirittura, è stata la serata dei bonus offerti dalla Commissione Europea per sensibilizzare alle elezioni di giugno per l’Europarlamento con la consegna dei cantanti al conduttore di una matita. L’App (novità di quest’anno) fa acqua da tutte le parti e i risultati arrivano miliardi di ore dopo la fine della gara. Vista la lunga lista di sponsor con la esse maiuscola, che quest’anno hanno fatto la fila per brandizzare il gioco, ci saremmo aspettati qualcosa di diverso e soprattutto più immediato. L’unica scommessa da fare, a questo punto, sarebbe quella sul suo declino. Noi diciamo presto, anzi, prestissimo.

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