Addio all’Università di Bologna per Zaki: vinto un dottorato alla Normale di Pisa

La prof.ssa Monticelli: “Contenta per lui, un’esperienza fuori serve sempre”. Il ricercatore dovrebbe comunque restare a vivere sotto le Due Torri

Dall’Università di Bologna alla Scuola Normale di Pisa: Patrick Zaki, l’attivista che ha trascorso più di due anni in carcere in Egitto, ha annunciato sui social che è stato accettato al programma di dottorato della prestigiosa istituzione, al Dipartimento di Scienze politiche e Sociologia. “Questo – scrive su Instagram – segna l’inizio di un nuovo entusiasmante capitolo della mia vita e non vedo l’ora di intraprendere questo viaggio di apprendimento e crescita”. Poi, con una battuta, Zaki aggiunge di sperare che vada tutto bene, “a differenza di tutto quello sentito dalla maggior parte degli amici che hanno affrontato il percorso di dottorato e si stanno ancora riprendendo dall’esperienza”.

Il legame con Bologna

Il legame strettissimo fra l’ateneo bolognese e Zaki si allenta, ma non si interrompe quello con la città. “Credo che Patrick resterà a vivere a Bologna – osserva Rita Monticelli, una dei professori che più si sono battuti per lui –. In ogni caso sono molto felice, abbiamo parlato a lungo della possibilità di partecipare a un bando in un’altra città, credo sia un arricchimento della sua esperienza accademica e professionale”.

Per tutto il tempo della sua prigionia (iniziata nel 2020), l’Alma Mater e la città di Bologna, Comune in prima fila, hanno tenuto alta l’attenzione sulla vicenda. Un pressing che si rivelò infine fondamentale per riuscire a liberare il ricercatore egiziano che fu graziato dal governo del Cairo, l’estate scorsa, approdando a Bologna a fine luglio accolto da una grande festa. Ora, la nuova avventura in Toscana: “Ma il legame non si spezzerà – chiude la Monticelli -. L’Alma Mater per lui ci sarà sempre, come del resto anche per gli altri studenti”.

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