Dopo il caffè sospeso arriva il “libro sospeso”. Quando la lettura diventa contagiosa…

caffè sospeso

A Napoli c’è il caffè, a Milano il libro. Entrare in libreria e trovare un libro pagato ad aspettarti: il sogno di tutti gli amanti della lettura sta diventando realtà. Sta infatti prendendo sempre più piede tra le librerie italiane la “catena del libro sospeso” che dopo il caso della Libreria Ex Libris Cafè di Polla, in provincia di Salerno, è sbarcata anche alla libreria “Il mio libro” di Milano.

Cristina Di Canio, proprietaria della libreria, ha ammesso che ad avere l’idea è stato un suo cliente che ha preso d’ispirazione il “caffè sospeso”, l’usanza che si aveva per lo più a Napoli, dove i consumatori al bar erano soliti lasciare un caffè pagato per quelle persone che magari non potevano permetterselo.

Questo cliente amante dei libri aveva comprato il libro “David Golder” di Irene Némirovsky lasciandolo alla cassa. La responsabile ha voluto dare enfasi all’iniziativa rilanciandola sui social network creando l’hashtag #librosospeso. Il risultato è stato davvero sorprendente: oltre 50 libri passati di mano in mano in appena 6 giorni.

L’iniziativa è stata adottata anche a Palermo dalla Libreria Modusvivendi. Per sapere a chi è andato il “libro sospeso” si potrà chiedere in libreria.

Ma c’è già chi scommette che l’iniziativa possa diffondersi a macchia d’olio in tutte le librerie del Paese. La lettura è contagiosa, si sa. Anche la solidarietà.

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