Come far diventare scuole e università agenzie per il lavoro

agenzie del lavoro in scuole e università

Agenzie per il lavoro in scuole e università La proposta di Massimo Ferlini, ex camera di Commercio, per ridurre il tasso di disoccupazione giovanile. Già la Legge Biagi del 2003 prevede la possibilità che presidi e rettori aprano un’azienda interinale negl’istituti

Anche le scuole e le università possono diventare agenzie per il lavoro. Questa la proposta avanzata da Massimo Ferlini, ex componente della Giunta della Camera di Commercio dal 2007.

Una misura concreta per favorire l’occupazione giovanile e far calare il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra 15 e 24 anni attestato, al primo trimestre del 2013, al 41,9% (dati Istat).

Una possibilità già contenuta nella Legge Biagi del 2003, quella che istituiva proprio le aziende di lavoro interinale, e che permetteva a presidi e rettori di gestire una vera e propria agenzia all’interno delle strutture scolastiche.

Secondo Ferlini, scuole e università sono i luoghi ideali per mettere in relazione i giovani studenti con il mondo del lavoro. Aprire le agenzie del lavoro all’interno degli edifici accademici, infatti, significa anzitutto sfruttare la capillarità della rete scolastica e raggiungere un altissimo numero di ragazzi; le scuole, inoltre, sono un collegamento diretto con i giovani, che spesso non utilizzano le agenzie per il lavoro proprio perché avvertite come realtà esterne al loro mondo.

Gli studenti, poi, verrebbero indirizzati all’ambiente lavorativo durante, e non dopo il loro percorso di studi, ottimizzando i tempi di inserimento ed evitando periodi di inattività. Infine, tramite il monitoraggio delle collaborazioni con le aziende, gli istituti potrebbero valutare l’efficacia dei loro percorsi formativi, per renderli più idonei alla richiesta dei datori di lavoro.

Molti vantaggi, quindi, anche se Ferlini non dimentica le difficoltà: prima su tutte la necessaria revisione dei contratti di collaborazione e di tirocinio cui gli studenti possono accedere.

Non resta che vedere se i presidi di scuole e università risponderanno a questo appello, per creare finalmente una rete di supporto all’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro.

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