Biochar, da rifiuto a risorsa: in esposizione alla Facoltà di Agraria di Milano

Dal 24 al 27 giugno – “Biochar Expo” al Padiglione Italia e alla Facoltà di Agraria di Milano

Il Prof. Johannes Lehmann (Cornell University, NY, USA)  è uno scienziato americano tra i primi a proporre l’utilizzo del carbone vegetale (biochar) in ottica ambientale. L’autore dell’ormai storico articolo comparso su Nature nel 2007, in cui si illustrava la capacità di questo materiale di “sequestrare anidride carbonica atmosferica”, terrà la sua conferenza divulgativa nel Padiglione Italia di Expo 2015 nel primo pomeriggio di mercoledì 24 giugno. Oltre 180 partecipanti si sono già registrati attraverso il sito web di CNR x EXPO. Fra questi molti agricoltori, industriali, tecnici, studenti, politici e amministratori, ma anche molti semplici curiosi.
Ma vediamo qualche piccola anticipazione. Il biochar è un prodotto ricavato dalla trasformazione termochimica in assenza di ossigeno di qualsiasi tipo di biomassa vegetale o animale come, ad esempio, i vari tipi di scarti della produzione agricola. Lo si può produrre in molti modi: dalle piccole stufette per il riscaldamento o la cucina fino ai grandi impianti di gassificazione, attraverso un processo chiamato pirolisi. Un processo chimico-fisico che genera un gas combustibile e un residuo, molto simile alla comune “carbonella”, detto appunto biochar. Oltre che intrappolare al proprio interno la CO2 originariamente assorbita dalle piante, il biochar migliora la qualità del suolo dove viene utilizzato; rendendo sovente il terreno agricolo più produttivo e aiutando le piante a rifornirsi meglio di acqua e nutrienti. Ma può anche diventare un ingrediente alimentare e cosmetico, se opportunamente lavorato.
Negli Stati Uniti, il biochar è già venduto come ammendante per l’agricoltura in un mercato in fortissima espansione. In alcune nazioni europee − Germania, Regno Unito, Francia, Austria e Svizzera − il suo uso è ammesso pur se con modalità diverse. In Italia il suo status è ancora, ma si spera ancora per poco, quello del rifiuto. «Nel 2012 l’Associazione Italiana Biochar (ICHAR) ha infatti presentato un’istanza al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per inserirlo nell’elenco degli ammendanti ammessi in agricoltura. L’iter dell’istanza è stato lungo e complesso, ma l’esito positivo è ormai questione di poco tempo», spiega Anita Maienza, ricercatrice dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR Ibimet).  E in attesa che il Ministero si pronunci, sarà proprio il gruppo diretto da Franco Miglietta − il primo studioso in Italia a occuparsi di questo tema − a coordinare Biochar EXPO, un evento organizzato per consentire a studenti, cittadini e consumatori di familiarizzarsi con questo prodotto e con le sue potenziali applicazioni. In programma ci sono un pomeriggio di incontri e musica nel Padiglione Italia, con la possibilità di intervenire e fare domande anche via Twitter. Poi una tre giorni di esposizione ad ingresso gratuito nei giardini della Facoltà di Agraria di via Celoria, sempre a Milano (Città Studi), dove convergeranno 20 espositori internazionali.
Gli espositori  saranno suddivisi in tre categorie: Agricoltura – Energia – Altri Usi, dando vita a seminari e workshop dedicati all’argomento. Verrà anche proiettato un documentario che guarderà ad un futuro senza combustibili fossili − Reinventing Fire − e si terrà un concorso per stufette pirolitiche, nel corso del quale saranno valutati efficienza, rendimento, temperatura e creatività nel design di diversi modelli.

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