Università di Parma: 2 manoscritti del '600 tornano all'antico splendore

Due manoscritti del Seicento tornano all’antico splendore grazie al contributo dell’Università di Parma. Si tratta di due codici di estremo rilievo per la ricostruzione della storia dell’Ateneo nel Seicento, conservati all’Archivio di Stato di Parma e “scoperti” qualche tempo fa da Alberto Cadoppi, docente di Diritto Penale all’Università di Parma.
Il restauro e il valore dei due volumi sono stati illustrati oggi, 23 giugno, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nell’Auditorium dello CSAC –  Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, nell’Abbazia di Valserena. Sono intervenuti Loris Borghi, Rettore dell’Università, Graziano Tonelli, Direttore dell’Archivio di Stato, Stefano Croce, titolare del Laboratorio di restauro “Litterae” di Gussago, e Alberto Cadoppi, Ordinario di Diritto Penale all’Università di Parma.
Il primo dei due codici è una “Matricula Scolarium” in cui sono elencati gli studenti immatricolati all’Università di Parma dal 1666 ai primi del Settecento. Non esistono altre copie note di questo volume: palese dunque la sua importanza per ricostruire la popolazione studentesca parmense in quel periodo. Il secondo è una raccolta di “Ordinationi” dei Soprastanti allo Studio Pubblico, a partire dal 1610: contiene tutte le delibere che i rappresentanti del Comune addetti a governare l’Ateneo prendevano, in tema di assunzioni di professori e altro.

FOTO LUIGI E MARCO VASINI (copyright)    -    Via San Bruno, 5 - 43123 Parma (Italia)   -   tel. 0521/493671 - cell. 333/3992149 e 339/4333787  -  e-mail: fotovasini@libero.it
FOTO LUIGI E MARCO VASINI (copyright)
Per procedere al restauro di queste e altre carte, il Direttore dell’Archivio di Stato ha lanciato il progetto “Adotta un Documento”, rivolto a Istituzioni e privati cittadini per incentivarli a sostenere una campagna di restauro di beni archivistici. Il Rettore dell’Università, Loris Borghi, ha subito condiviso l’idea di sostenere la spesa dell’intervento sui due manoscritti, e così, col finanziamento dell’Ateneo, essi sono stati restaurati dal Laboratorio “Litterae” di Gussago.

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