Le Scienze Naturali hanno condizionato la mia vita- la prof.ssa Cervo

Corriereuniv.it in occasione del lancio delle guide digitali di orientamento, studiate per gli studenti in tempo di Covid ha intervistato Rita Cervo

Professore associato, Presidente della Commissione Didattica, corso di laurea in Scienze Naturali, Università di Firenze

Secondo lei quali sono le conoscenze e capacità di entrata necessarie per lo studio di Scienze Naturali? Ci sono preclusioni rispetto alla formazione precedente?

Naturalmente, una conoscenza delle discipline scientifiche di base (matematica, fisica, chimica, biologia) favorisce l’inizio del percorso universitario in Scienze Naturali e facilita l’acquisizione delle discipline che sono previste nel primo anno di studi. Tuttavia non ci sono preclusioni rispetto alla formazione precedente dato che l’insegnamento di tutte le discipline, anche quelle di base, parte dai fondamenti delle stesse. È chiaro che coloro che hanno solide basi scientifiche avranno una strada semplificata ma, anche gli studenti con formazione diversa, se si impegneranno, potranno raggiungere gli stessi risultati, o talvolta anche migliori (!), e procedere speditamente nel percorso di studi. 

Lei come scelse il suo percorso universitario?

Io scelsi di iscrivermi a Scienze Naturali perché da sempre interessata ai fenomeni naturali ed in particolare al comportamento degli animali. Ho seguito il mio percorso universitario con grande interesse e passione.  Se ora dovessi iscrivermi per la prima volta all’università credo che rifarei la stessa scelta! Aver frequentato il corso di studi di Scienze Naturali ha sicuramente condizionato la mia vita non solo dal punto di vista lavorativo ma nel mio modo d’essere e nella mia visione del mondo che ci circonda.

Quali sono i principali ambiti occupazionali relativi allo studio delle Scienze Naturali?

Oggigiorno, come sappiamo, quasi tutti i percorsi universitari soffrono della mancanza di sbocchi occupazionali e non possiamo negare che Scienze Naturali sia tra questi. Purtuttavia, in un periodo in cui l’ambiente è riconosciuto come centrale ai problemi dell’umanità e alle scelte politiche, la figura del naturalista deve rivestire un ruolo di primo piano. Comunque, come avviene oggi in molti altri settori, sta nella capacità individuale a crearsi l’ambito professionale con cui poter offrire le proprie competenze. Tra i principali ambiti occupazionali offerti ai laureati in Scienze Naturali va ricordata la conservazione e la gestione della natura, nonché l’organizzazione della fruizione di questa da parte del grande pubblico, ma non dobbiamo dimenticare la divulgazione ma, più in generale, la didattica della natura. Ma sicuramente un ambito occupazionale che accogli molti naturalisti è l’insegnamento nella scuola secondaria dove la loro preparazione multidisciplinare li rende particolarmente adatti all’insegnamento delle materie scientifiche.  

Quali sono gli ambiti di ricerca e di sviluppo in questo campo così variegato? 

Nel mondo attuale dove la parola d’ordine è la specializzazione, la figura del naturalista sembra andar controcorrente ed essere anche un po’ superata. Niente di più sbagliato; la preparazione multidisciplinare a 360° che caratterizza il naturalista è assolutamente attuale ed è fondamentale per leggere correttamente i fenomeni naturali nel loro insieme, per comprenderne l’interazione e i cambiamenti.  Nessun professionista ha una visione olistica dei fenomeni naturali che ci circondano come il naturalista ed è sicuramente questo il suo punto di forza. Molti laureati in Scienze Naturali si sono inseriti nel mondo del lavoro offrendo appunto questa preparazione e queste competenze multidisciplinari che li caratterizzano. 

Una parola di augurio alle future matricole?

Se siete appassionati della natura seguite con passione questo percorso di studi e fate tesoro di tutte le nozioni e le competenze che vi saranno trasmesse per imparare a leggere l’ambiente che vi circonda e per contribuire a conservarlo e rispettarlo un domani. Buon divertimento!

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