“Studenti costretti a ballare una danza gender a scuola”: bufera su un liceo di Empoli

Una deputata di Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione al ministro Valditara sul caso del liceo “Virgilio” di Empoli dove sarebbe stato proposto agli studenti un corso sul “Voguing”, una danza legata agli ambienti Lgtbqia+. La preside si difende: “Polemica strumentale”.

Polemiche in un liceo di Empoli per la proposta fatta agli studenti di ballare, durante l’ora di educazione fisica, una danza legata agli ambienti Lgtbqia+, il “Voguing”. Sul caso è stata presentata addirittura una interrogazione al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara da parte di Chiara La Porta, deputata di Fratelli d’Italia “per valutare se ritenga opportuno che dei ragazzi minorenni a scuola vengano costretti, in orario di lezione, a prendere parte a lezioni di ballo Lgbtqia+ che prevede sfilate e balli di gruppo invertendo i ruoli maschili e femminili, abiti compresi”.

Fdi: “Episodio inaccettabile”

Per l’esponente del partito di Giorgia Meloni “è inaccettabile e lesivo delle libertà personali obbligare dei ragazzi minorenni a seguire un corso del genere, e questi tipi di progetti non sono altro che l’ennesimo tentativo di inculcare e diffondere la teoria gender nelle scuole”.

La preside si difende: “Nessun obbligo”

Accuse però che intanto sono state respinte al mittente dalla dirigente del liceo “Virgilio” di Empoli che, come raccontano i quotidiani locali, ha parlato di “strumentalizzazione politica”. “È stato sollevato un polverone per nulla. Si è trattato di una nostra eccessiva trasparenza dal momento che nell’oggetto della circolare, in cui si invitavano studenti e docenti alla partecipazione, è stato inserito in una parentesi ‘ballo Lgbtqia+’ – ha detto la preside Valeria Alberti – Questo solo per spiegare in quale comunità nasce il Voguing, visto che non tutti lo conoscono. Nessuno è stato obbligato a sfilare, a ballare, né a invertire i ruoli. Il progetto prevedeva che ogni alunno portasse da casa un oggetto, un cappello, un paio di occhiali, e camminasse tenendo una postura corretta”.

“Iniziativa solo a fini educativi”

“A livello educativo – ha precisato la dirigente scolastica – si tratta di una attività che aiuta i ragazzi ad accrescere la sicurezza di sé, a prendere coscienza del loro modo di muoversi. L’idea è stata proposta solo con finalità didattiche che si sposavano con i temi dell’inclusione, della riflessione su uno spaccato che fa parte della nostra comunità. La scuola in ogni cosa è super partes, va oltre le questioni politiche e ideologiche. Tutto ciò che viene svolto in classe è per fini educativi”.

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