Sposarsi si, ma la proposta deve farla lui. Possibilmente in ginocchio e con tanto di anello di fidanzamento. Nessuna rivendicazione sessista dunque quando si tratta di legare la propria vita a quella di un uomo. A dirlo è una ricercatrice, Rachael Robnett, psicologa della California di Santa Cruz, che ha intervistato un campione esteso di studenti eterosessuali, facendo loro domande sul matrimonio. I risultati dell’indagine sono stati pubblicati
sul Journal of Adolescent Research, che ha rivelato che due terzi degli intervistati, sia maschi che femmine, preferiscono che a proporre di convolare a nozze sia l’uomo. Il 60 per cento delle donne sarebbe inoltre ben contento, dopo le nozze, di cambiare il cognome con quello del marito, percentuale più alta quella dei maschi (64%), non sarebbe altrettanto contenta di prendere quello della moglie.
Solo il 2,8 per cento delle donne infine, avrebbe dichiarato che non le dispiacerebbe fare il primo passo e chiedere al proprio partner di sposarla, ma nessuno dei maschi intervistati sembrerebbe contento di fronte a questa ipotesi. Oltre il 40% delle donne ed oltre il 55% deli uomini hanno risposto che in una coppia esistono dei ruoli e vanno rispettati.
Romanticismo e paura di essere rifiutate, tra le cause che dissuaderebbero le donne dal fare il primo passo. Inoltre un altro studio dell’Università della Virginia rivela che il tradizionalismo è ancora uno strumento di stabilità nella coppia.
Nessuno stereotipo o comunque, se pure si trattasse di concetti tramandati dalle generazioni passate, secondo gli esperti non è detto che facciano male alla coppia.
Il segreto per la felicità starebbe addirittura nell’idealizzare il partner quanto basta, nel tollerare la sua diversità. Ma non tutti sembrano avere il dono della tolleranza.
nei paesi anglosassoni è consuetudine che le donne aggiungano il cognome del marito accanto al loro e questo certo non impedisce di per sè alle donne di farsi strada nella vita. Quanto alla proposta di matrimonio anche qua è consuetudine che sia lui a farla, ma se la fa lei non vedo il problema. Comunque essere affezionati a consuetudini come queste non significa di per sè essere arretrati. In Italia la moglie non assume il cognome del marito (se non per vezzo suo vedi i casi di Letizia Moratti e Daniela Santanchè che continuano a portare addirittura i cognomi dei loro ex mariti senza che siano tenute a farlo) e non stiamo meglio della California
comunque se i ruoli nella coppia si riducono al fatto che lui fa la proposta di matrimonio e lei prende il cognome del marito non mi sembra una cosa gravissima (del resto il padre non te lo puoi scegliere, il marito sì) anche se sono retaggi che appaiono antiquati oggi..ma se il 60% delle donne avesse risposto che una donna sposata non deve lavorare e se il 64% degli adolescenti californiani avesse risposto che la moglie non deve lavorare mi sarei preoccupato onestamente