Sport con una start up Sportboom seleziona 400 offerte di attività sportive in tutta Italia. Il progetto di tre giovani under 30, al successo in tre anni
Sportboom è la storia di una start up di successo, che riesce a mettere in collegamento migliaia di sportivi in tutta Italia, li aiuta a organizzare le loro attività e a risparmiare.
Il progetto è nato tre anni fa, dall’intraprendenza di Alessandro Braga, Leone Hassan e Michele Norsa, tre giovani, tutti under 30, sostenuti dall’investimento di una società di consulenza imprenditoriale privata.
Ora Sportboom è diventato un social commerce che raggruppa oltre 400 attività sportive in tutta Italia per più di 100 discipline (dalle arti marziali al parapendio, dal tennis ai go-kart, dalla zumba, al paintball).
Chi si registra al sito, può scegliere lo sport che vuole praticare e consultare tutte le offerte disponibili nella propria città, e selezionando l’opzione “Best with friends” può risparmiare in proporzione a quanti amici partecipano.
Il portale, poi, guadagna una percentuale sulle vendite, variabile a seconda degli accordi presi con le strutture sportive che, a loro volta, ricevono in cambio pubblicità sul sito e sui social di Sportboom.
La start up di Braga e soci ha vissuto tre fasi prima di divenire un social commerce di successo. Nata nel 2010 come data base che censiva tutte le attività sportive italiane (quasi 20mila), si è trasformata poi in un’agenzia di servizi e consulenza web. Ma è stata la fusione con un’altra start up tecnologica a permettere la nascita di Sportboom.
Un’evoluzione che è alla base di questo genere di progetti che necessitano, anzitutto, d’iniziativa, coraggio e impegno. Comeha affermato Alessandro Braga, infatti: “Per fare una startup l’idea conta all’1%. Il resto sta nell’esecuzione. Noi, senza la fusione con una startup tecnologica, non avremmo avuto le competenze per partire. Poi bisogna essere disposti a cambiare le cose in corsa, ascoltando gli utenti e il mercato. Siamo nati come database. L’idea del social commerce è arrivata solo più tardi. Infine, ci vuole coraggio. Per creare la startup abbiamo lasciato un’agenzia che funzionava discretamente. Ma ci siamo detti: “Se non proviamo a trent’anni quando ci ricapita l’occasione?”.