Spari in classe alla prof con una pistola ad aria compressa: la docente denuncia tutti e 24 gli studenti

Lo scorso 11 ottobre in una scuola di Rovigo una docente venne colpita alla testa da alcuni proiettili di gomma sparati da una pistola ad aria compressa. Oggi la professoressa ha deciso di denunciare per lesioni personali, oltraggio a pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori tutti e 24 gli studenti presenti in classe.

Tre mesi fa era stata colpita alla testa da alcuni proiettili di gomma sparati con una pistola ad aria compressa, oggi ha deciso di denunciare tutti e 24 i suoi studenti che quella mattina si trovavano in classe con lei: protagonista della vicenda – che fece il giro dei social grazie ad un video diffuso su TikTok  – è la professoressa Maria Luisa Finatti, insegnante di Scienze e Biologia all’Itis “Marchesini” di Rovigo. In una intervista pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica, la docente annuncia la volontà di querelare tutti gli studenti per i reati di lesioni personali, oltraggio a pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori.

“Li denuncio tutti per difendere la mia dignità e quella dei miei colleghi, ma soprattutto perché è stato oltrepassato un confine – ha spiegato – Era l’11 ottobre scorso, un mese dopo l’inizio della scuola. Erano studenti di prima, appena arrivati alle superiori. Hanno avuto il coraggio di spararmi per ben due volte, una all’inizio della lezione e poi anche alla fine. Quattro o cinque pallini mi hanno colpito allo zigomo. Non mi sono resa conto subito della situazione”.

La docente è convinta che l’azione violenta nei suoi confronti fosse stata in qualche modo studiata a tavolino dai ragazzi. “Alcuni di loro avevano organizzato tutto: uno ha portato la pistola, uno ha sparato, altri hanno filmato con i telefonini. E tutto per cosa? Per guadagnare follower su Instagram e TikTok. Sono uscita dall’aula piangendo – ha aggiunto – Subito dopo sono rimasta a casa qualche giorno e ho passato notti insonni. Non ho più insegnato in quella classe ma l’ansia c’è ancora, così come il timore di essere derisa. Adesso spero non succeda più a nessuno. I genitori dovrebbero essere nostri alleati, invece sono totalmente schierati con i figli”.

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