Proteste contro Israele, la presidente Innantuoni (Crui): “Nessun boicottaggio, siamo aperti a collaborare con tutti”

I rettori approvano il documento Buone Prassi: “Contro la guerra ma non tagliamo ponti, le istanze dei giovani non possono restare inascoltate”


“Non c’è nessun boicottaggio da parte degli atenei italiani nei rapporti scientifici esistenti con le università israeliane. Nessun ateneo ha mai votato per il boicottaggio della collaborazione scientifica, solo alcuni Senati accademici per la sospensione di singoli bandi. Siamo e rimaniamo aperti a collaborare con tutti. Non abbiamo bisogno di azioni preventive o misure speciali da parte delle forze dell’ordine”. Così la presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), Giovanna Iannantuoni, oggi all’uscita della riunine mensile dei rettori nella sede di Piazza Rondanini a Roma.

La Conferenza dei rettori delle università italiane ha approvato in giunta, all’indomani delle proteste alla Sapienza, il documento “Buone prassi principi e proposte per affrontare nelle università italiane le tematiche delle crisi internazionali e umanitarie” che è stato redatto dai rettori Montanari, Bonini, Lippiello e Tottoli.

Iannantuoni: “Come ha detto il presidente Mattarella gli Atenei sono sopra i conflitti”

“La mobilitazione di tante e tanti, a cominciare dalle studentesse e dagli studenti universitari, deve farci riflettere – si legge nel documento – Come per la tutela dell’ambiente, anche contro la guerra i giovani ci chiedono di assumerci delle responsabilità. Questa istanza non può rimanere inascoltata. Essa ci interpella sul ruolo che le università devono avere. Ruolo che non è soltanto quello di preparare i lavoratori del futuro, ma innanzitutto di formare persone dotate di capacità critica, di profondità di pensiero, di visione, di storia, nella cornice dei valori consacrati nella nostra Costituzione e sui quali si fonda la nostra convivenza. In conformità ai principi costituzionali ed alle norme internazionali, che riconoscono i diritti innati delle persone umane, che sanciscono il ripudio della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e che promuovono la cooperazione fra i popoli, appare necessario ribadire che la pace è un diritto fondamentale della persona e dei popoli. Così come il collegamento “tra gli Atenei di tutti i Paesi al di sopra dei confini e al di sopra dei conflitti fra gli Stati”, come ha ribadito il presidente Mattarella nei giorni scorsi all’Università di Trieste” .

Le linee guida dei rettori

“Nel caso di interruzioni o fenomeni di intolleranza, si decida di svolgere eventi in altra modalità (per esempio online) ma si eviti di cancellarli: l’agenda delle università non la decida chi contesta”: è una delle linee del documento approvato oggi dalla Crui sulla sicurezza negli atenei. Nel documento si chiede di rispondere alle contestazioni “non diminuendo, o eliminando, le occasioni di confronto, ma al contrario proponendo occasioni anche aperte alla cittadinanza e dedicate ai temi controversi, da svolgersi nel modo più inclusivo”, di “comunicare con chiarezza alla stampa e alla cittadinanza la natura degli eventi e la politica culturale che li sorregge”. I rettori evidenziano, tra le altre, queste proposte e richieste: innanzitutto ci si impegni a promuovere l’uso della diplomazia scientifica come strumento di pace, nel pieno rispetto degli articoli 11 e 33 della Costituzione e in tal senso si affronti il tema dell’uso pacifico dei risultati della ricerca.

A tal fine CRUI, INFN, CNR e altri Enti di Ricerca hanno avviato una riflessione comune sull’uso del risultato della ricerca affinché questi abbiano un effetto positivo per il benessere della persona e per fini pacifici; si sostengano i progetti di Scholars at Risk, e un progetto nazionale di accoglienza di ricercatori e studenti provenienti dai Paesi interessati dalla crisi; si organizzino incontri pubblici dove ospitare gli esponenti delle organizzazioni umanitarie e della società civile che operano nelle zone di guerra perché possano raccontare la loro esperienza e promuovere forme di sostegno, anche economico, a tale azione umanitaria; si invitino a promuovere nelle università linee di ricerca per la trasformazione non violenta dei conflitti; ad organizzare eventi nazionali sui temi della pace (tra i quali l’assemblea nazionale di Runipace e il convegno della European Peace Research Association); si pianifichi sin da ora che la Giornata dell’Università del 20 marzo 2025 “Università Svelate” sia dedicata anche ai temi della pace.

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