Quasi 400mila studenti universitari sono anche lavoratori. Udu: “Non è una libera scelta”

Indagine Cgil, Udu, Fdv ‘difficoltà nello studio e psicologiche’. Il 78% dei rispondenti al test lamenta stress, il 64% ansia

Lavorano per mettere soldi da parte (90%), essere indipendenti dalle famiglie (88%), per sostenere i costi dello studio (83%) e provvedere a se stessi in carenza di un supporto economico e familiare (82%). Sono i 365 mila studenti delle università italiane che studiano e lavorano, 1 su 10 sotto i 25 anni e 1 su 4 tra i 25 e i 30 anni.

La fotografia è stata scattata da una indagine presentata oggi alla Camera dei deputati e promossa dall’Unione degli Universitari, dalla Cgil e realizzata dalla Fondazione Di Vittorio. I risultati sono stati ottenuti grazie alla somministrazione di quasi 13 mila questionari in tutta Italia. Il quadro che si presenta è quello di studenti lavoratori spesso obbligati a lavorare e studiare contemporaneamente per carenze del diritto allo studio, con condizioni di lavoro difficili e precarie che hanno tra l’altro un impatto negativo a livello psicologico: il 78% dei rispondenti lamenta stress, il 64% ansia, il 34% insonnia. Addirittura il 20% del campione ha sofferto di depressione, il 13% di disturbi alimentari e il 4% di abuso di sostanze.

Udu: “Il 61% degli studenti lavoratori ha difficoltà a partecipare alle lezioni”
   

“Lavorare non è una scelta libera – ha commentato Camilla Piredda, coordinatrice nazionale Udu – ma spesso diventa una scelta obbligata per difficoltà economiche e carenze sul diritto allo studio. Anche l’impatto sulla vita accademica è terribile: il 65% non riesce a socializzare o lo trova difficile, il 61% ha difficoltà a partecipare alle lezioni, il 56% a sostenere regolarmente agli esami, il 54% a studiare e prepararsi. Non stupisce quindi che metà degli studenti lavoratori pensi di finire fuori corso”. I parlamentari presenti – esponenti M5S, Pd e Avs – hanno sottolineato la necessità di un intervento a tutto tondo che va messo al centro dell’agenda politica. Per Elisabetta Piccolotti (Avs) “dovremmo garantire la gratuità dal nido all’università facendo una riforma del fisco progressiva anche sui patrimoni, è possibile farla, basta volerlo”. Secondo il senatore del Pd Francesco Verducci “serve un lavoro comune delle forze politiche per un intervento strutturale a sostegno del diritto allo studio in Italia”. La segretaria Cgil Lara Ghiglione ha ricordato che il sindacato ha promosso una campagna referendaria che è in corso affinchè il lavoro sia accompagnato da sicurezza, salario giusto e dignità.
   

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Borse di dottorato anche per Afam. Bernini: "Investire elemento decisivo per il sistema formazione"

Next Article

In arrivo le misure sul lavoro: maxi deduzione per chi assume giovani e bonus ai dipendenti

Related Posts