L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione potrebbe mettere a rischio ben 218mila posti di lavoro in Italia: è l’allarme lanciato da un’indagine presentata da Fpa durante il Forum Pa 2024 al Palazzo dei congressi di Roma in programma fino a 23 maggio.
Secondo la ricerca l’impatto dell’AI nelle nostre strutture pubbliche potrebbe avere un doppio effetto: uno estremamente positivo e l’altro decisamente meno. Se da un lato ci saranno circa 1,8 milioni di dipendenti pubblici (ovvero il 57% della quota totale) che saranno sicuramente aiutati dalla nuova e rivoluzionaria tecnologia nello svolgimento quotidiano del proprio lavoro, ci saranno anche 12 lavoratori su 100 (in tutto 218mila persone) che potrebbero essere completamente sostituiti nelle loro mansioni da computer o macchine guidate dall’Intelligenza artificiale.
I dipendenti più a rischio potrebbero essere quelli che già oggi svolgono compiti ripetitivi e prevedibili, mentre chi svolge mansioni ricchi di contenuti e creatività, in un ventaglio largo che va dai dirigenti agli insegnanti, dai ricercatori ai funzionari con ruoli direttivi fino ad architetti, ingegneri e professionisti della sanità, dovrebbero comunque essere al riparo da possibili implicazioni negative.
“L’impatto nella Pa sarà forte sia in termini qualitativi sia numerici ed è destinato via via ad intensificarsi con i progressi delle soluzioni IA” ha dichiarato al Sole 24 Ore Gianni Dominici, amministratore delegato di Fpa mentre per il presidente di Fpa Carlo Mochi Sismondi “un orizzonte del genere impone una riforma strutturale della Pa secondo che sottolinea l’esigenza di una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill”.
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