“Non posso accettare che mi impediscano di parlare, oltretutto in nome del pacifismo e della libertà. Quindi vado avanti e per me quell’occasione di confronto è soltanto rimandata. Tornerò a Pisa la prossima settimana per condividere le mie riflessioni sull’Europa con chi avrà voglia di ascoltarmi”. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, tornerà a Pisa dove la scorsa settimana una contestazione degli studenti le ha impedito di parlare. A ribadirlo è lei stessa in una intervistata rilasciata al quotidiano “Il Messaggero”.
“Le università sono sempre le casse di risonanza di ciò che accade nel mondo. È doveroso che al loro interno le idee circolino liberamente e che si possa esprimere qualsiasi opinione, anche la più radicale. Con un unico limite invalicabile: no alla violenza, verbale e fisica. Chi protesta – continua Bernini – deve sempre ricordarsi che la sua libertà trova un limite in quella degli altri. In particolare, in quella degli studenti che hanno il diritto a formarsi e a usufruire dei luoghi deputati all’insegnamento”.
“Nel momento in cui le proteste diventano un blocco all’attività degli atenei, le prime vittime sono gli studenti, a cui viene sottratto un pezzo di futuro. Libera manifestazione del pensiero critico non può significare prevaricazione. E chi vuole essere ascoltato – ha aggiunto la Bernini – deve prima essere disposto ad ascoltare. Impedire ad altri di parlare è fuori dal perimetro democratico e se non insegniamo questo ai nostri studenti siamo cattivi maestri”.
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