Proteste nelle Università, la Crui sceglie la strada del dialogo “ma l’agenda non la decide chi contesta”

La Conferenza dei Rettori approva un documento in risposta alle pesante contestazioni che si sono verificate in queste settimana all’interno degli atenei. “Optare per eventi online quando sono a rischio ma non bisogna cancellarli”.

Rispondere alle contestazioni (e alla violenza) con la creazione di più occasioni di dialogo: è quanto prevede il documento approvato oggi dalla CRUI (la Conferenza dei Rettori delle Università italiane) nel corso della riunione programmata dopo i tantissimi episodi di tensione che si sono verificati in queste settimane. “Nel caso di interruzioni o fenomeni di intolleranza, si decida di svolgere eventi in altra modalità (per esempio online) ma si eviti di cancellarli: l’agenda delle università non la decida chi contesta” è quanto si legge nel documento che ha avuto il via libera oggi.

Nel documento si chiede di rispondere alle contestazioni “non diminuendo, o eliminando, le occasioni di confronto, ma al contrario proponendo occasioni anche aperte alla cittadinanza e dedicate ai temi controversi, da svolgersi nel modo più inclusivo, di comunicare con chiarezza alla stampa e alla cittadinanza la natura degli eventi e la politica culturale che li sorregge”.  

I rettori evidenziano, tra le altre, queste proposte e richieste: innanzitutto ci si impegni a promuovere l’uso della diplomazia scientifica come strumento di pace, nel pieno rispetto degli articoli 11 e 33 della Costituzione e in tal senso si affronti il tema dell’uso pacifico dei risultati della ricerca.

A tal fine CRUI, INFN, CNR e altri Enti di Ricerca hanno avviato una riflessione comune sull’uso del risultato della ricerca affinché questi abbiano un effetto positivo per il benessere della persona e per fini pacifici; si sostengano i progetti di Scholars at Risk, e un progetto nazionale di accoglienza di ricercatori e studenti provenienti dai Paesi interessati dalla crisi; si organizzino incontri pubblici dove ospitare gli esponenti delle organizzazioni umanitarie e della società civile che operano nelle zone di guerra perché possano raccontare la loro esperienza e promuovere forme di sostegno, anche economico, a tale azione umanitaria; si invitino a promuovere nelle università linee di ricerca per la trasformazione non violenta dei conflitti; ad organizzare eventi nazionali sui temi della pace (tra i quali l’assemblea nazionale di Runipace e il convegno della European Peace Research Association); si pianifichi sin da ora che la Giornata dell’Università del 20 marzo 2025 “Università Svelate” sia dedicata anche ai temi della pace.

“Questo è un primo passo di un percorso complesso di dialogo: non vogliamo nascondere
problematiche né le istanze importanti che gli studenti pongono, ovvero il tema della pace – ha detto la presidente della Crui Giovanna Iannantuoni – Ricordo le parole di Mattarella a Trieste: gli atenei sono luoghi di libertà anche di dissenso e di critica forte e motivata. Dobbiamo conservare e difendere l’autonomia e la libertà dell’università che deve rimanere a disposizione della società, un luogo sicuro dove poter esprimere le proprie opinioni. Gli scontri creano una preoccupazione legata alle manifestazioni singole, non siamo preoccupati che la situazione possa degenerare, siamo 85 rettori, ogni rettore è autonomo nella propria azione, non siamo un insieme di persone che cercano di difendere un proprio interesse siamo qui per
difendere la libertà di pensiero”.

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