Reggio Calabria sceglie il nuovo rettore. Proteste del personale tecnico e degli studenti: “Esclusi dalla votazione”

Da lunedì 18 luglio a mercoledì 20 si terranno le votazioni per designare il nuovo numero uno dell’Università Mediterranea dopo gli scandali giudiziari che hanno travolto l’ateneo. Una norma dello Statuto però limita la partecipazione al voto solo a docenti e ricercatori. “Così impossibile nessun rinnovamento”.

Un’elezione per tanti ma non per tutti. È quella che da lunedì 18 a mercoledì 20 luglio si svolgerà per la nomina del nuovo rettore dell’Università Mediterranea e che sarà appannaggio del solo personale docente scatenando così le proteste del personale amministrativo e degli studenti che parlano di ennesima mancata occasione dopo i recenti scandali che hanno sconvolto l’ateneo reggino.

“Lo stesso corpo docente, o almeno una sua consistente parte, che per troppi anni ha vissuto rinchiuso in una sorta di fortino, arroccato nella strenua difesa di interessi di gruppo e di privilegi ingiustificati, continua ad  escludere la componente studentesca e quella tecnico-amministrativa dalla più primigenia e naturale forma di partecipazione democratica: il diritto di voto per l’elezione del Rettore, la più alta carica politica dell’ateneo – dicono i rappresentanti sindacali universitari Amelia Canale (UilRua) e Giuseppe Toscano (Usb Pi) – Infatti una antidemocratica norma dello Statuto della Mediterranea, varata circa 11 anni fa, priva di fatto studenti e personale tecnico-amministrativo e bibliotecario del diritto di esprimersi sull’elezione del rettore fino alla terza votazione di ballottaggio, sesta votazione generale, trasformando l’occasione di massimo coinvolgimento nella vita politica della Mediterranea, in una ‘cosa per pochi eletti’: i docenti e i ricercatori”.  

“Come spesso accade nella pubblica amministrazione – affermano Canale e Toscano – quando si devono ampliare gli ambiti soggettivi di partecipazione, si utilizza spesso lo strumento delle “Burocrazia”, nella sua accezione peggiore, con la quale si tende a percorrere strade contorte e ad utilizzare banali escamotage, come le richieste di pareri. La mancata modifica dello Statuto e tutti gli ipocriti tecnicismi che sono frapposti per ostacolare l’abrogazione del famigerato illiberale comma 8 art. 17, porteranno ancora una volta – concludono i due sindacalisti reggini – alla scelta del nuovo rettore della Mediterranea con le vecchie modalità di voto, dimostrando ampiamente, se ce ne fosse ancora bisogno, come il rinnovamento democratico e partecipativo e il rispetto della pari dignità tra tutte le componenti di Ateneo, è ancora lontano dal diventare una realtà”.

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