Niente bocciature, solo giudizi: a destra piace l’idea del “tutti promossi”. Ma Sasso frena: “La scuola non è diplomificio”

Dalla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia viene lanciata l’idea di modificare il sistema di valutazione degli studenti a scuola eliminando, per quelle superiori, le bocciature di fine anno. Al loro posto una valutazione (negativa) nel curriculum dello studente. I presidi sono favorevoli ma la politica continua ad essere divisa.

Niente bocciature ma solo una valutazione (negativa) sulle lacune in determinate materie. L’idea di una scuola da 6 politico, per anni utopia di una certa cultura di sinistra, diventa un punto programmatico di una forza di destra. Sembra un errore da matita rossa in Storia e invece e la realtà raccontata dall’ultima conferenza programmatica di Fratelli d’Italia che si è tenuta nello scorso fine settimana a Milano.

A lanciarla è stata Luca Ricolfi. “Non ti boccio mai, ma, anziché certificare il falso, come oggi troppo sovente avviene, alla fine della scuola secondaria superiore – si legge nel programma di Fdi- certifico in modo accurato e fedele il livello di conoscenze che hai effettivamente raggiunto. Al termine dell’ultimo anno, non ti rilascio un diploma, ma una scheda che dettaglia, materia per materia, il livello che sei stato in grado di raggiungere”.

Un modello simile a quello adottato nel Regno Unito e in Finlandia e che ciclicamente viene riproposto dalla politica nostrana come idea per riformare il mondo della scuola. L’ultima volta che era stata portata in auge eravamo in piena emergenza Covid. Adesso che la pandemia sta rallentando, l’idea è quella di rendere il “tutti promossi” una costante del sistema scolastico.

“È positivo far recuperare allo studente solo le lacune nelle materie in cui è carente evitando che ripeta l’intero anno per tutti i corsi – ha sottolineato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (Anp) – La bocciatura viene vissuta in maniera negativa da alunni e famiglie, crea una disistima che è nociva per i ragazzi e spesso è preludio per l’abbandono scolastico. La minaccia della bocciatura non può essere l’unica motivazione per studiare. Gli studenti dovrebbero essere motivati diversamente dagli insegnanti. È una buona idea, ma bisogna prima lavorare alla nuova organizzazione del sistema scolastico, cambiando innanzitutto la didattica. Tanti studi ci dicono che occorre che le valutazioni debbano essere per competenze e che è dunque necessario abbandonare la tradizionale impostazione della didattica per conoscenze”.

L’idea però non piace a tutta la destra. Il sottosegretario leghista all’Istruzione Rossano Sasso frena le idee di Fratelli d’Italia: “Non mi schiero al fianco di chi ritiene che il futuro della scuola italiana debba passare per l’eliminazione delle bocciature e l’instaurazione di un sistema all’anglosassone, con una certificazione del livello raggiunto al termine del ciclo di studi. Il mondo dell’istruzione – ha detto Sasso – deve garantire a tutti pari condizioni di partenza e premiare strada facendo chi realmente merita, non appiattire le differenze e mandare avanti tutti, indipendentemente da attitudini, volontà, preparazione. Sono profondamente contrario a trasformare la scuola in un diplomificio. Una bocciatura non è la fine del mondo”.

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