Quasi un diplomato su due è riuscito ad ottenere un lavoro nei due anni successivi alla fine della maturità, soprattutto se ha concluso il suo percorso di studi all’interno di un istituto tecnico o professionale. È la statistica fotografata da un’indagine condotta dal Ministero dell’Istruzione che, in collaborazione con quello del Lavoro, su quasi 2 milioni di studenti diplomati nell’arco di ben 4 anni scolastici (dal 2015 al 2019).
Lavoro dopo la maturità, l’indagine:
Secondo l’indagine, riportata dal Sole 24 Ore, in media più del 41% dei neo diplomati ha avuto almeno un rapporto di impiego attivato nei due anni successivi alla fine del ciclo di studio. Tra i diplomati del 2018 e quelli del 2019 c’è stato un calo, passando dal 42,1% (2018) al 38,5% del 2019 di occupazione a causa delle restrizioni scattate con l’avvento della pandemia.
Per chi va meglio?
Chi si è diplomato in un istituto professionale o tecnico ha avuto però “performance” migliori, riuscendo così anche ad avere un impatto meno traumatico con la crisi innescata dall’ondata di contagi da Coronavirus. Il 59,9% di chi ha ottenuto la maturità “professionale” nel 2019 ha firmato almeno un contratto di lavoro. Per i “tecnici” si scende al 48,8% ma è un dato di gran lunga superiore a quello fatto registrare da tutti gli altri indirizzi.
L’occupabilità dei diplomati risente anche della zona geografica: si supera il 50% in Veneto (51,2%) ed Emilia-Romagna (50,2%) ma anche Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, vanno oltre il 40%. Molto distante il Sud, con i diplomati siciliani e calabresi, che risultano con almeno un contratto di lavoro, rispettivamente, nel 26,7% e nel 28,8% di casi.
Riguardo alla tipologia di contratti nel 51,1% dei casi si tratta di un rapporto a tempo determinato, seguito dall’apprendistato al 10,1%, mentre la quota di tirocini è ferma all’8,8%. Per i diplomati 2017, l’87,6% dei contratti ha una durata superiore ai 2 anni, per quelli del 2018 si scende al 56,6%.