Bianchi: “Rientro a scuola un successo”. Ma aumentano classi in didattica mista

Intanto le Regioni chiedono che venga attivata la quarantena alle primarie già dal primo caso in attesa di effettuare i tamponi. E i presidi continuano a chiedere i dati ufficiali sul contagio nelle scuole.

“Non c’è stato il famoso disastro che ci doveva essere con la riapertura della scuola. Stiamo lavorando per semplificare il rientro in classe”, così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervistato durante la trasmissione radiofonica “Il caffè della domenica” su Radio24. Dopo una settimana di polemiche, di lettere di 2500 dirigenti scolastici per chiedere due settimane di didattica a distanza, di richieste di Ffp2 per tutti i docenti e dopo petizioni di ogni tipo, il capo di viale Trastevere difende la scelta del Governo di riaprire le scuole con le nuove regole.

E sulla dad Bianchi ha aggiunto: “Ci sono stati disagi differenziati zona per zona, ma la scuola ha riaperto e si è affermata la convinzione che la scuola sia un elemento fondante, è la priorità, un diritto. Quello che è stato evidente in questa settimana è che nella stragrande parte del Paese non solo si è tornati a scuola, ma si è ritrovato il valore della scuola in presenza. Io non faccio guerre di religione contro la dad: questa funziona se è parte integrante di un progetto didattico, non se è l’alternativa o il surrogato della scuola”. 

Scuola al 70% in didattica mista

Secondo il quotidiano Il Messaggero il 70% delle classi, nel Paese, è in didattica mista. Numeri ufficiali che riportino i dati di tutte le scuole d’Italia non ci sono. A confermarlo è il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: “Spero davvero che il ministero inizi a pubblicarli la prossima settimana”. Dai territori arrivano comunque notizie non confortanti che confermano le percentuali pubblicate dal quotidiano romano. I presidi, oltre a tanti genitori che hanno scritto sui social contro il ministro, sono amareggiati dalle parole di Bianchi.

Nel Lazio 7 classi su 10 in didattica mista. Al “Newton” di Roma venerdì scorso – dice la preside Cristina Costarelli – c’erano circa 90 positivi, in didattica a distanza 200 studenti (tra quarantenati e ammalati), 12 professori pure a casa: “Il sistema ibrido non è presenza, non è nemmeno didattica digitale integrata. Gli studenti perdono tempo, i docenti su un’ora di lezione forse riescono a farne metà”.

Salvatore Giuliano, preside del “Majorana” di Brindisi ed ex sottosegretario all’Istruzione nel Governo Conte 1, ha confermato al fattoquotidiano.it che nella sua scuola venerdì c’erano quattro classi con due studenti positivi in didattica mista e 200 ragazzi a casa, oltre al 10% di docenti assenti: “Riceviamo centinaia di mail al giorno dai genitori e dobbiamo cercare di interpretare le regole che non sono per nulla chiare. Stiamo lavorando tantissimo, ci stiamo dannando l’anima per garantire la scuola in presenza ma francamente ci si sente anche presi in giro. Le promesse non mantenute feriscono: penso ai tracciamenti, alle unità di medici e paramedici che si erano impegnati ad inviarci, alla vicenda dei trasporti. Non è solo una questione che riguarda l’Istruzione ma anche la Sanità: non si sono potenziati i dipartimenti e oggi, ogni volta che li sento, mi fanno tenerezza. Stanno facendo uno sforzo immane ma non reggono più”.

Regioni a Bianchi: “Quarantena dopo un caso”

Intanto le Regioni chiedono che venga attivata la quarantena alle primarie già dal primo caso in attesa di effettuare i tamponi. Un tema che tornerà al centro del dibattito proprio in questa settimana. A fare un passo in avanti è stata l’Emilia Romagna, dove è stato deciso che per accertare il contagio basterà un test fai da te. Stessa modalità per la fine quarantena. In Sicilia, invece, dopo il prolungamento delle vacanze natalizie si torna tra i banchi oggi. Un rientro a macchia di leopardo. Sabato, dopo la bocciatura del Tar, a Messina e a Palermo gli studenti sono tornati a far lezione. In 149 comuni, in fascia arancione, i sindaci hanno deciso di tenere in didattica digitale integrata tutte le classi, così anche ad Agrigento, dove il primo cittadino, nonostante il Tar abbia sospeso la sua ordinanza su ricorso di alcune famiglie, ha firmato un altro atto per continuare a tener chiuse le aule. Stop alle lezioni in presenza fino al 26 anche a Trapani, così come a Marsala, Erice e Salemi. Sullo sfondo restano i problemi che dal 10 gennaio sono irrisolti.

Non ci sono mascherine Ffp2

Un altro grave problema è la fornitura delle mascherine Ffp2, rese obbligatorie dalle disposizioni del governo sulla quarantena. Bianchi ha solo detto che porterà “la questione in Consiglio dei ministri“. Da aggiungere che nemmeno quelle promesse per gli insegnanti delle scuole dell’infanzia (e per i docenti dei gradi superiori ove ci sono alunni esentati dal portarle) non si sono viste e non ci saranno fino ai primi di febbraio, quando arriverà la prima di cinque tranche (12 milioni) del rifornimento comprato dal Commissario straordinario Francesco Figliuolo. Anche nei prossimi giorni, i presidi dovranno combattere contro la mancanza di supplenti: da più parti è confermato che non è facile trovarli anche perché devono prendere una cattedra senza sapere quando la lasceranno, visto che i “no vax” possono rientrare quando vogliono (fatto il vaccino) e visto che gli ammalati non si sa quando saranno negativi.

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