Roma, scuole superiori in difficoltà su tracciamento e supplenze. Meglio elementari e medie con pochi contagi

Mentre il ministro Bianchi si domanda se è il caso di prolungare la scuola fino all’estate, i presidi denunciano difficoltà burocratiche e nel trovare supplenti.

Mentre domani la Sicilia riaprirà le scuole dopo lo stop di tre giorni per testare la popolazione scolastica, torna l’ipotesi di prolungare il calendario scolastico all’estate. Proposta in voga anche lo scorso anno, mai attuata per l’opposizione dei sindacati, che si risolse in un annunciato “piano estate”, di fatto mai realizzato o usufruito dagli studenti. Intanto, però, le scuole stanno fronteggiando i primi giorni di rientro dalla vacanze natalizie con i contagi, spinti dalla variente Omicron, che oggi toccano 196.244 nuovi positivi con 313 decessi.

L’accesso alla piattaforma da parte delle scuole

“Ad oggi il 6% del totale degli studenti è in quarantena, una settantina su quasi mille studenti che sono a casa in didattica digitale integrata – afferma Paola Senesi, preside del Liceo “Giulio Cesare” -. Riguardo i docenti, invece, lunedì il 5% risultava assente. Ora, però, abbiamo la prima classe in quarantena e stiamo cercando di capire come fare a gestirla nel miglior modo possibile, con studenti che oggi sono arrivati a scuola e messi in autosorveglianza e gli altri a casa”, spiega la dirigente. “La normativa è nuova e di prima applicazione, quindi non è semplice, specie per il controllo delle certificazioni che permettono di frequentare le lezioni in presenza”.

“Quello che si dovrebbe fare – continua Senesi – è consentirci l’accesso ad una piattaforma per il controllo di queste documentazioni, che sia green pass o un’altra certificazione valida per seguire le lezioni in presenza quando si è in regime di autosorveglianza. Altrimenti stiamo sperimentando che burocraticamente è una cosa complicatissima perché c’è il genitore che la manda subito, quello che tarda a farlo e poi se ne dimentica, oppure chi non te la manda per niente. Poter accedere a questo tipo di documentazione per noi è fondamentale in una situazione di incertezza come questa”.

Difficoltà nel trovare supplenti per le scuole

“Ci sono molte criticità, non solo una – afferma Alessandra Lorini, preside del Liceo “Giordano Bruno” -. Ad oggi ci sono oltre sessanta positivi tra gli alunni. Un numero in crescita. Senza contare la carenza di personale, tra sospesi e assenti. Le attività sono rallentate – confessa – e cerchiamo di sopperire con le uscite anticipate e gli ingressi posticipati. Quando possiamo supplire con il potenziamento lo facciamo ma tante attività sono saltate perché i contagi sono in crescita”.

Una delle problematiche che accomuna molte scuole è l’impossibilità di reperire supplenti. “Abbiamo alcune cattedre, più di altre, come informatica o italiano, che non riusciamo proprio a reperire perché non ci sono in graduatoria. Anche sul personale covid, alcuni non hanno voluto prorogare e non possiamo stipulare nuovi contratti – spiega la preside -. Le famiglie pretendono un servizio che fa fatica ad essere garantito, chiedendo la Dad per ogni cosa; non hanno accettato che la Dad sia attivabile solo in determinate circostanze, previa certificazione medica”. E le richieste alle Asl sono aumentate anche se la maggior parte non possono essere soddisfatte perché non vengono attivate solo riguardo positivi al covid ma per qualsiasi motivazione di impossibilità a seguire le lezioni in presenza.

Problemi di comunicazione e stress del personale scolastico

Vi sono anche altri problemi di natura operativa. “La piattaforma dell’Asl non funziona – afferma la preside -, noi ci siamo accreditati a settembre scorso ma non ce ne avvaliamo perché non abbiamo nessun riscontro”. Ciò si traduce in un caos comunicativo tra famiglie, Asl e scuola. “C’è chi, invece di scrivere all’indirizzo dedicato, scrive a quello istituzionale della scuola oppure contatta i coordinatori, il che implica per noi andare a ricercare tutta questa comunicazione per rispondere alle Asl, ed è questo un lavoro che non ci compete e determina inefficienza”.

In tutto questo il contraccolpo psicologico degli studenti è inevitabile. E non solo degli studenti. “Nella mia scuola c’è un buon clima relazionale quindi i ragazzi si sentono tutelati – afferma Lorini -. Ma sono anche disorientati dalle informazioni che si rincorrono e si contraddicono. Noi invece siamo oberati da questa violenza burocratica che ha assunto un grado di complessità per cui non siamo formati, che non asserisce alla nostra professione; e a tutto questo si aggiunge la richiesta costante di continui monitoraggi che poi non si capisce che fine fanno. Ci si preoccupa dell’aspetto psicologico degli allievi, delle famiglie – sottolinea la preside – però di quello del personale nessuno lo cura o lo attenziona. Qui siamo tutti esauriti, ma facciamo il nostro lavoro fino a quando si potrà, sperando che la situazione rientri nell’ordinario”.

“Nonostante tutto la scuola si sta facendo ed è ovvio che avendo perseguito la via della vaccinazione la didattica deve essere in presenza altrimenti l’obbligo non avrebbe neanche senso. Ma io credo che un margine temporale con un po’ di Dad avrebbe accontentato tutti, perché, ripeto le famiglie la vogliono. Ed è paradossale se si pensa che prima non era così, quasi che ad ogni decisione presa, che sia a livello nazionale o locale, le persone vogliano il contrario, forse serve un periodo di adattamento da questo punto di vista”.

Più bassi i contagi di infanzia, primaria e secondaria di primo grado

“Al momento abbiamo 19 ragazzi in quarantena, 15 positivi da lunedì. I docenti assenti erano cinque – afferma Annalisa Laudando, preside dell’Istituto comprensivo “Via Poseidone” -. Speriamo che si riesca a gestire la situazione. Al momento, a differenza delle superiori, avendo bambini dai 3 ai 13 anni, siamo messi meglio. Ci aspettiamo, però, che la campagna vaccinale abbia dei risvolti positivi per chi ha dai 6 ai 13 anni“.

Mentre al “Tullia Zevi” la situazione è diversa. “Abbiamo registrato un numero copsicuo di alunni positivi dal primo giorno, derivanti dalla pausa natalizia, mediamente quasi uno per classe. Oggi abbiamo dovuto mettere in quarantena una classe della primaria – racconta la preside dell’istituto Rosa Preziosi -. Inoltre mancano diversi docenti, tra sospesi per inadempienza dell’obbligo vaccinale o in attesa di attestarlo, e in quarantena o malattia”. Anche qui si certifica la difficoltà nel trovare i supplenti: “Il periodo è difficile per vari motivi, ad esempio alcuni contratti non hanno il termine di fine supplenza e questo disincentiva i docenti, oppure c’è chi decide di rinunciare per non esporre la propria famiglia. Stiamo usando principalmente risorse interne come l’organico covid e un fondo straordinario per aumentare le ore dei docenti per coprire i buchi”, sottolinea la dirigente.

Con la speranza che tutto possa rientrare nelle prossime settimane, la prof teme il contagio esterno alla scuola: “Qui applichiamo in maniera rigorosa i protocolli, ma il rischio maggiore è quando sono fuori”. E il ritorno in Dad non sembra essere un’opzione percorribile: “Il ritorno in presenza, seppur tra mille difficoltà, è una cosa che cercheremo di tenere in piedi il più possibile perché i ragazzi effettivamente hanno un bisogno disperato di stare a scuola. Ed anche gli insegnanti. Perché la Dad in emergenza ha avuto il suo ruolo nelle scuole ma ora anche se costretti a chiudere qualche classe a farne il prezzo non sarà l’intero istituto”.

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