La maggioranza fa dietrofront sul bonus cultura: resterà in vita ma sarà legato all’Isee

Dopo le polemiche sulla notizia della sua cancellazione si va verso una rimodulazione del contributo di 500 euro per i 18enni. L’assegnazione avverrà in base alla presentazione dell’Indicatore della situazione economica familiare. “Troppe frodi”.

Non scomparirà del tutto ma subirà una piccola rivoluzione il bonus cultura per i 18enni: dopo le polemiche sull’emendamento della maggioranza che cancellava l’App18, ovvero lo stanziamento di un contributo economico per i neomaggiorenni da spendere in musica, libri, arte e spettacoli, le forze che compongono il governo Meloni fanno dietrofront.

Era nato nel 2016

Dal prossimo anno, quini, il bonus cultura non andrà più a tutti coloro che compiono 18 anni. Verranno esclusi i giovani appartenenti a famiglie con redditi elevati. Il beneficio, istituito nel 2016 dal governo Renzi e consistente in un bonus di 500 euro erogato al compimento della maggiore età, dovrebbe essere legato, dal 2023, all’Isee, l’indicatore della situazione economica familiare.

La riflessione del Ministero della Cultura

Questa la novità sulla quale sta ragionando il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo le polemiche sull’emendamento al disegno di legge di Bilancio, presentato dal presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (Fratelli d’Italia), che prevede la cancellazione del bonus cultura per destinare i 230 milioni stanziati ogni anno a varie iniziative, compresi i carnevali storici.

Boom per l’acquisto di libri

Nel 2021 sono stati 441.480 i diciottenni che hanno beneficiato del bonus da 500 euro, utilizzato soprattutto per l’acquisto di libri (95,4 milioni), poi per entrare ai concerti (22,3 milioni), comprare musica (14 milioni), andare al cinema (4,1 milioni), eccetera. Sono state però scoperte frodi per 9 milioni di euro.

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