I curricula dei laureati dispersi nelle università

«Il 65% delle università del nostro Paese non garantisce un accesso diretto e gratuito ai curriculum vitae dei propri laureati attraverso la pagina web o altri sistemi informatici esterni, condizione minima ma fondamentale per favorire l’incontro con le aziende»

«Il 65% delle università del nostro Paese non garantisce un accesso diretto e gratuito ai curriculum vitae dei propri laureati attraverso la pagina web o altri sistemi informatici esterni, condizione minima ma fondamentale per favorire l’incontro con le aziende»: è quanto emerge da un dossier di Adapt, Associazione per gli Studi Internazionali e Comparati sul Diritto del lavoro e sulle Relazioni Industriali, nel quale vengono rielaborati dati forniti dall’Ufficio Studi di Bachelor Selezione Neolaureati. Secondo lo studio, dunque, soltanto il restante 35% offre questo servizio base per facilitare il contatto con le imprese e, di conseguenza, l’ingresso nel mondo del lavoro.

«Un comportamento che sembrerebbe andare contro gli interessi stessi degli atenei – rileva Bachelor in una nota – che dovrebbero essere i primi a cercare di incrementare il tasso occupazionale dei propri studenti. In questo modo si garantirebbero un ritorno di immagine che contribuirebbe a far crescere le iscrizioni e, cosa ancora più importante (soprattutto in tempi di crisi), aumenterebbero il valore del diploma conseguito dai laureati». Il tutto, viene ricordato da ultimo, disattendendo la legge 183 del 2010 (il cosiddetto Collegato Lavoro), che obbliga tutte le università (pubbliche e private) e i consorzi universitari a pubblicare e rendere gratuiti sui propri siti internet i curricula dei laureati negli ultimi 12 mesi, con il fine di incrementarne le opportunità di ingresso nel mercato del lavoro.
Fonte: Ansa

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