Al quartier generale di Mountain View in California, il sistema manageriale di Google punta a tenere liberi i propri dipendenti secondo la regola “ci fidiamo dei nostri collaboratori”. La chiave dell’approccio sta nel 20% di tempo dato a disposizione per i progetti individuali. Ma non solo: l’azienda offre colazioni, pranzi e cene gratis (tutti cibi biologici), mette a disposizione spazi relax forniti di tavoli da biliardo e ping pong, palestre oltre che medici, massaggiatori e parrucchieri.
La politica aziendale che punta al benessere dei dipendenti è la chiave del successo seguita anche, tra le altre, da Apple, Microsoft e Facebook, aziende cioè in condizioni di investire. Nonostante lo scivolone di metà Ottobre, Google resta infatti società da 2/3 miliardi di dollari di utili a trimestre.
Il senso di tutto ciò è duplice: economico in quanto le spese per il benessere sociale, mentale e fisico dei dipendenti abbassano i costi della salute (già Johnson&Johnosn calcolò, con questo tipo di approccio, un taglio di circa 250 milioni sui costi della sanità nel corso di un decennio) e di fiducia. Specialmente negli USA, simbolo di nomadismo lavorativo, questo tipo di beneficio punta a mantenere e stimolare i dipendenti per far carriera, prendendosi cura perfino dopo la morte con metà degli stipendi versati ai familiari dei deceduti.
Come a voler sottolineare che la fidelizzazione prima che raggiungere il cliente deve partire dal dipendente.
Giovanni Torchia