Dalla storia al nucleare: ecco come le scuole affrontano il tema della guerra in Ucraina

Bianchi: “Nei prossimi giorni in arrivo nelle nostre scuole bambine e bambini in fuga dall’Ucraina. Le scuole siano accoglienti e portatrici di solidarietà e di pace”

“Anche prima dell’appello del ministro tutte le classi si sono mobilitate per parlare della guerra, perché questo tipo di argomento necessita di un approfondimento di tipo storico e geopolitico – afferma Nicoletta Puggioni, preside dell’Istituto di Istruzione Superiore Devilla di Sassari -. Si sta parlando dal punto di vista dell’educazionione civica il fatto che l’Italia ripudia la guerra come enunciato nella nostra Costituzione. Già venerdì abbiamo appeso subito una bandiera della pace”. L’istituto sardo, come tutte le scuole italiane, si è attivando per mobilitarsi sulla questione della pace. “Al di là delle motivazioni, valide o meno, rispetto l’invasione all’Ucraina, oggi non è più pensabile che la guerra sia una soluzione. Non di meno in paesi che si ritengono civilizzati, dove nelle Costituzioni hanno inserito il rifiuto della guerra, possano pensare per parteggiare per chi la guerra la voglia fare”.

No alla guerra e invio di beni di prima necessità

Proprio il ministro dell’Istruzione ieri postava sui social alcuni video dell’iniziativa delle scuole. “Nei prossimi giorni in arrivo nelle nostre scuole bambine e bambini in fuga dall’Ucraina. Le scuole siano accoglienti e portatrici di solidarietà e di pace”, ha dichiarato nelle scorse ore il ministro Bianchi riguardo ai profughi che per ora si attestano sul milione ma potrebbero raggiungere almeno i milioni secondo l’Onu. “Io ho fatto pubblicare sul sito l’articolo 11 con una foto della guerra, con sotto scritto il Majorana ripudia la guerra – dichiara a Corriereuniv.it Rossella Landi, preside dell’Istituto Ettore Majorana di Moncalieri (Torino) -. In questi giorni cercheremo di favorire dei momenti di riflessione con gli allievi e i docenti sul ripudio della guerra. L’ho anche inviato personalmente con un’email a tutti gli studenti. Stavamo anche ragionando su eventuali collaborazioni con le varie onlus per favorire presso le famiglie l’invio di beni di prima necessità da inviare alle comunità colpite e ai rifugiati. Sono azioni che stiamo mettendo in campo da mercoledì dopo la chiusura legata alle festività di carnevale”.

“Sul tema della situazione attuale in Ucraina stiamo lavorando su diversi fronti – racconta Cristina Costarelli, preside del liceo Isacco Newton di Roma e presidente Anp Lazio -. Da un punto di vista si sta approfondendo l’argomento a livello storico, geopolitico e in matematica il discorso sul nucleare. Quest’ultimo con l’esempio di Einstein contro l’uso della bomba atomica, quindi un discorso curriculare-didattico a 360°. Dal punto di vista umanitario, invece, avendo anche due ragazzi di origine ucraina, tramite la chiesa di Santa Sofia stiamo procedendo ad una raccolta di base di beni necessari. Poi parteciperemo all’iniziativa student for peace aperta da Anp Lazio con dei tutor web che prevede la raccolta di video da parte dei ragazzi sull’argomento. Ci tengo a dire che sono stati i ragazzi a chiedere per primi di fare qualcosa per questa situazione e attraverso queste iniziative stiamo cercando di essere vicini a loro e alle popolazioni colpite”.

Presidi: “Pannelli sulle scuole per combattere crisi energetica”

Antonello Giannelli, Presidente nazionale dell’ANP ha avuto un colloquio ieri con il ministro dell’Istruzione. Tra i vari argomenti toccati anche quello dell’emergenza energetica, uno dei problemi che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi. “La scuola ha dimostrato, durante l’emergenza sanitaria, grandi capacità di reazione e di tenuta. Ha sostenuto il sistema sanitario grazie al lavoro immane dei dirigenti scolastici e del personale tutto”, ha affermato Giannelli. “Abbiamo ora di fronte una nuova emergenza, quella energetica. E la scuola, ancora una volta, può fare molto. Con i fondi del PNRR gli enti locali potrebbero installare pannelli solari fotovoltaici sui solai di ogni edificio scolastico, realizzando di fatto una vera e propria centrale elettrica diffusa senza precedenti.  Le scuole diventerebbero così un esempio concreto di transizione ecologica e sosterrebbero il Paese oltre che essere un’opportunità educativa per studenti, alunni e famiglie”.  

Il Presidente Anp propone di trasformare le scuole in piccoli generatori di energia: “Se fossero coinvolti tutti gli edifici scolastici presenti nel nostro Paese (oltre 40.000) si potrebbe creare energia più o meno come una centrale di media potenza.  Il tempo non è molto perché abbiamo pochi mesi davanti a noi prima del prossimo inverno. Se la politica cogliesse subito questa opportunità sarebbe un segnale edificante di progresso civico, di consapevolezza e di determinazione. I giovani, da tempo, ci chiedono di impegnarci di più per salvare il nostro pianeta: iniziare dalle scuole sarebbe non solo molto utile ma avrebbe anche un altissimo valore simbolico. In tempi bui come quello che stiamo vivendo sentiamo, a maggior ragione, la responsabilità di dover lavorare per lasciare a tutti un futuro migliore”.  

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