Calano gli stipendi dei laureati rispetto al 2021: ecco quanto guadagnano a un anno dal titolo

Almalaurea ha presentato il rapporto sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati. Ecco quanti lavorano e quanto guadagnano in media un anno dopo essere diventati dottori.

Oltre tre laureati su quattro lavorano a un anno dal titolo, ma guadagnano di meno rispetto gli anni passati. È quanto emerge dall’indagine di AlmalaureaIl tasso di occupazione è del 75,4% tra i laureati di primo livello e sale al 77,1% per il secondo livello. Percentuali in crescita dello 0,9%% e del 2,5% rispetto al 2021, “confermando il progressivo miglioramento della capacità di assorbimento del mercato del lavoro osservato da diversi anni”. Un processo solo momentaneamente interrotto dalla pandemia.

Contratto e stipendio

Il 31,9% dei laureati di primo livello ha un contratto a tempo indeterminato. Molto diffusi anche i contratti a tempo determinato (31,1%) e quelli formativi (18,1%). Il 10,4% ha un’attività in proprio. Rispetto al 2018 è cresciuta la quota dei contratti permanenti. Tra chi ha una laurea di secondo livello il contratto più frequente è invece quello formativo (27,7%). Seguono quello a tempo determinato (25,1%) e indeterminato (23,2%).

A un anno dal titolo, lo stipendio medio netto – pesato per il potere di acquisto – è di 1.332 per un laureato di primo livello e di 1.366 per uno di secondo livello. 34 euro di differenza a favore di coloro che hanno studiato più a lungo. In termini nominali, gli stipendi sono saliti dal 2018, in base a quanto dichiarato dai laureati. Tuttavia, pesando questi dati con il potere di acquisto, si osserva un calo in termini reali dei salari nel 2022. Viene così interrotta la crescita registrata fino al 2021.

Alloggio

Il rapporto conferma che i giovani sono insoddisfatti per i servizi del diritto allo studio in particolare quelli collegati ad alloggi e costo degli affitti. Resta il freno Covid: sono diminuite ulteriormente le esperienze di studio all’estero e la fruizione di alcune strutture universitarie (postazioni informatiche, laboratori, biblioteche e sale studio).

Fra i laureati nel 2022 i servizi utilizzati almeno una volta ed erogati dall’organismo per il diritto allo studio, oltre alle borse di studio (26,1%), sono stati il servizio di ristorazione (28,1%), il prestito libri (25,7%), il contributo per i trasporti (19,0%), le integrazioni a favore della mobilità internazionale (14,2%), i buoni per l’acquisto di mezzi informatici e di libri (rispettivamente 10,0% e 10,8%), il contributo per l’affitto (8,5%), il lavoro part-time (7,5%) e l’alloggio (4,1%). La soddisfazione maggiore, con punte del 90,0%, riguarda il prestito libri; al contrario, i laureati sono meno soddisfatti dei contributi per l’affitto (61,7%). La quota di laureati del 2022 che ha preso in affitto un alloggio durante gli studi universitari è pari al 34,9%, quota in lieve aumento dal 2012 (33,8%) nonostante un leggero calo registrato a partire dal 2020.

Migrazione interna e donne

Nei dati c’è la conferma di un fenomeno già noto e che non sembra fermarsi: gli studenti e i laureati lasciano il Sud per andare al Nord con un conseguente impoverimento della parte meridionale dell’Italia. Il 28,6% degli studenti lascia il Sud, una percentuale salita di oltre 20 punti. Dalle regioni del Centro si sposta uno studente su sette. Ancora più accentuato è il fenomeno della mobilità dei laureati per motivi di lavoro: il 33,3% dei laureati di primo livello e il 47,5% di quelli di secondo livello dal Sud al Nord.

Le donne, pur essendo la maggioranza fra chi ottiene un titolo di studio universitario, continuano a guadagnare meno degli uomini. A un anno dalla laurea gli uomini ottengono in media 70 euro netti in più al mese. Hanno anche l’11,7 per cento in più di possibilità in più di essere assunti.

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Youtuber, la stretta del governo: fino a 5 anni per l’istigazione sul web

Next Article

Studiare Giurisprudenza oltre i luoghi comuni: "Un consiglio alle matricole? Conoscere bene l'inglese"

Related Posts