Youtuber, la stretta del governo: fino a 5 anni per l’istigazione sul web

Esecutivo al lavoro sull’introduzione di una nuova fattispecie di reato. Il sottosegretario Ostellari: “Arginare l’emulazione di chi compie bravate”

Arginare il rischio di emulazione sui social e su youtube per legare video violenti e visualizzazionie alla monetizzazione. A spiegarlo è il sottosegretario leghista di via Arenula Andrea Ostellari: “Il contrasto alla produzione e diffusione di video che esaltino condotte illegali è uno dei suoi punti qualificanti” del disegno di legge. Il testo è stato cioè pensato per rispondere “a un fenomeno emergente” che riguarda minorenni che istigano alla violenza o a commettere reati attraverso i canali digitali.

Evitare “l’effetto moda”

Alla luce del riflettore acceso dalla tragedia di Casal Palocco e dalle sfide estreme postate in rete per ottenere qualche like senza tener conto dei rischi, ora si ragiona sull’estensione della fattispecie di reato prevista per i minori nel ddl a “tutte le condotte illegali che vengano riprese e celebrate attraverso l’uso dei social, benché compiute da persone adulte, da cui ci si aspetterebbe una maturità che evidentemente non è scontata”. 


Non è quindi possibile escludere un vero e proprio giro di vite che modificherebbe l’articolo 414 del codice penale prevedendo una nuova fattispecie di reato. E cioè quello relativo all’istigazione a delinquere e all’apologia mediante strumenti digitali, per cui sarebbero previste pene da uno a cinque anni per tutti, maggiorenni e minorenni. “La ratio dell’intervento – conclude Ostellari – è evitare l’”effetto moda” generato da chi compie bravate sul web”.

La norma potrebbe entrare nel ddl “anti-baby gang”

Un reato ad hoc per punire chi, maggiorenne o meno, “esalta condotte illegali” o “istiga alla violenza” postando dei video sui social e guadagnando attraverso le piattaforme digitali. È la linea dura su cui sta ragionando l’esecutivo di Giorgia Meloni, anche per evitare che possano ripetersi ancora tragedie come quella che pochi giorni fa a Casal Palocco, a Roma, è costata la vita al piccolo Manuel. Il “contenitore” adatto per un provvedimento di questo tipo del resto esiste già. Ed è quel disegno di legge “anti-baby gang” voluto fortemente dalla Lega di Matteo Salvini che è appena stato incardinato in Commissione Giustizia al Senato e che, nelle intenzioni del Guardasigilli Carlo Nordio, è destinato ad essere parte integrante di quella “Fase 2” della sua riforma che si auspica vedrà la luce entro la fine di quest’anno. 

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