Università La Sapienza, 300 studenti occupano la facoltà di Scienze Politiche

I giovani si trovano dentro l’aula A dell’ateneo. In mattinata il corteo di contestazione degli Stati generali della natalità

Occupazione in corso all’università La Sapienza. Circa 300 studenti in questo momento si trovano nell’aula A di Scienze Politiche, dove ieri pomeriggio si era tenuta l’assemblea studentesca nazionale “Per un altro genere di educazione”. Aracne, Zaum, Coordinamento Collettivi Sapienza sono alcune delle realtà presenti nella facoltà al centro della città universitaria.

“Abbiamo tenuto un’assemblea nazionale divisa in due momenti. Alla fine abbiamo deciso di continuare l’assemblea occupando la facoltà – racconta Mattia, studente liceale romano – Quello che è accaduto questa mattina ha influito sulla continuazione della mobilitazione, ma non è stato determinante”. “È un’azione che rientra nella cornice dei due giorni di agitazione per gli Stati generali della natalità”, confermano anche gli studenti dei collettivi della Sapienza.

Oggi ci sarà anche un corteo che partirà alle 9.30 da Piazzale degli Eroi a Roma. “Per un altro genere di educazione” e “Per ogni obiettore faremo rumore” sono alcune delle frasi scritte sugli striscioni sopra l’ingresso della facoltà. Su un altro lenzuolo, “i corpi sono i nostri”. Mattia sottolinea che “queste sono le parole d’ordine della nostra mobilitazione”. Studentesse medie e universitarie “di tutta Italia” si sono riunite a Scienze politiche “per contestare il modello di educazione proposto dagli Stati generali della natalità e per confrontarci sul tipo di educazione sessuale e all’affettività di cui sentiamo la necessità”, ha fatto sapere infine Aracne, l’assemblea transfemminista studentesca romana che, come spiegato dalle studentesse e dagli studenti, ha “ospitato” le altre realtà provenienti dal resto del Paese.

La contestazione alla ministra Roccella

L’assemblea transfemminista Aracne è la stessa che ieri aveva contestato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità agli Stati generali della natalità all’Auditorium Conciliazione. “Vergogna” e “Il corpo è mio è decido io” erano stati gli slogan lanciati dalla platea, da una cinquantina di ragazze, quando la ministra era in procinto di iniziare il suo discorso. La stessa ministra che alzandosi ha risposto: “Ragazzi, noi siamo d’accordo: nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno. E’ per questo che siamo qui proprio perché oggi le donne non decidono fino in fondo liberamente se vogliono avere figli. Abbiamo questo problema, anche quello a cui voi fate riferimento”. Alla fine la ministra Roccella va via.

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