Studiare Giurisprudenza oltre i luoghi comuni: “Un consiglio alle matricole? Conoscere bene l’inglese”

I consigli di Vito Velluzzi, professore ordinario di Filosofia del diritto all’Università degli Studi di Milano.
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Vito Velluzzi, professore ordinario di Filosofia del diritto all’Università degli Studi di Milano e Presidente della Conferenza nazionale dei Direttori di Giurisprudenza e Scienze giuridiche, ci parla del corso di laurea in Giurisprudenza cercando di sfatare anche qualche luogo comune.

Quali sono secondo lei le attrattive di un percorso di studi in Giurisprudenza?

Gli studi giuridici permettono ancora oggi di aprire varie e diversificate strade professionali sia in ambito nazionale, sia internazionale. Il diritto è il principale strumento di regolazione della nostra vita, riguarda, per esempio, le libertà, i rapporti personali e patrimoniali, l’organizzazione dei pubblici poteri, i rapporti internazionali. Diventare un giurista significa operare dentro questa dimensione dando il proprio contributo professionale. L’offerta formativa in area giuridica comprende il corso di laurea a ciclo unico di durata quinquennale, la laurea triennale e quella specialistica biennale. La laurea triennale e quella specialistica biennale presentano sovente delle specificità a seconda delle sedi.

Quali capacità e conoscenze dovrebbe avere uno studente che intenda iniziare un indirizzo di studi come questo?

A chi intraprende gli studi in campo giuridico è richiesta una buona cultura generale. Soltanto a partire da adeguate basi culturali è possibile acquisire la fondamentale capacità di ragionare con i principi e con le norme al fine di affrontare le questioni giuridiche. Sin dall’inizio del corso di studi è richiesta l’assimilazione di un linguaggio appropriato e rigoroso in funzione della corretta comprensione dei concetti e dei problemi giuridici. È opportuna una certa curiosità intellettuale che permetta di cogliere l’importanza del diritto come strumento di regolazione della vita sociale e l’inevitabile interazione tra il diritto e gli altri saperi.

Giurisprudenza, come altre materie umanistiche, viene vista come un imbuto alla fine del quale è difficile emergere o trovare un lavoro adeguato, è davvero così?

Bisogna evitare di cadere preda dei luoghi comuni. Ricerche attendibili testimoniano che le possibilità e la soddisfazione di impiego per i laureati in ambito giuridico sono concorrenziali, pur con delle differenze territoriali. Tuttavia, ciò che conta in misura rilevante, come per tutti i contesti di studio e di lavoro, è l’essere ben preparati, cercare di laurearsi nei tempi previsti con ottimi voti ed essere mossi dal costante desiderio di migliorarsi.

Quali sono gli sbocchi professionali a cui uno studente può aspirare?

Il corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza è l’unica strada per accedere alle professioni di avvocato, di notaio e al concorso in magistratura. Gli studi giuridici permettono l’inserimento nelle pubbliche amministrazioni locali e centrali, nelle organizzazioni sovranazionali e in varie realtà aziendali pubbliche e private, nonché di svolgere attività di consulenza. È importante sottolineare la rilevanza del diritto (e dei giuristi) per affrontare le sfide poste dall’innovazione tecnologica, dalle questioni ambientali e biogiuridiche. Al di fuori delle professioni giuridiche “tradizionali” (magistrato, avvocato, notaio) gli altri sbocchi segnalati sono generalmente accessibili anche con la laurea triennale e con la laurea specialistica biennale.

Un consiglio per le future matricole?

Il primo consiglio è di compiere una scelta consapevole. Il secondo consiglio è di “vivere” il più possibile l’ambiente universitario frequentando le lezioni, cogliendo tutte le opportunità di confronto con i docenti e con le altre matricole. Il terzo consiglio è di fruire, in maniera funzionale alla propria crescita personale e professionale, delle possibilità che la sede universitaria scelta mette a disposizione (per esempio: programmi Erasmus, doppia laurea, tirocini, didattica innovativa). In chiusura un’esortazione alle matricole: maturate una conoscenza molto buona dell’inglese e possibilmente anche di un’altra lingua straniera.

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