Si è presentata in classe indossando dei jeans strappati, seguendo la moda molto in voga negli ultimi tempi. Un capo d’abbigliamento che però è stato considerato “poco decoroso” da parte della vicepreside della scuola che ha deciso di rimediare allo “scandalo” usando dello scotch da pacchi per incollare gli strappi dei jeans e coprire le parti delle gambe che erano scoperte. È quanto è successo al liceo Lucrezia Della Valle di Cosenza a una studentessa che raccontato quanto successo ai suoi compagni che hanno poi protestato nei confronti dei vertici della scuola.
“L’abbigliamento di un* ragazz* non può essere determinato da un presunto “Dress Code” della scuola, che in primis non è riportato in alcun documento legale, e che nega il diritto di ogni persona di esprimere sé stessa anche con il suo modo di vestire – fanno sapere i ragazzi del Fronte della Gioventù Comunista che hanno reso pubblico il caso – Riteniamo totalmente vergognosi atti di questo genere che, a detta di diversi studenti e studentesse dell’Istituto, già si sarebbero ripetuti svariate volte, e che sono il frutto di ciò che sta diventando oggi la scuola pubblica. La competizione tra i vari istituti, sempre più simili ad aziende che hanno come loro capi i vari dirigenti scolastici, porta ognuno di essi a volere apparire all’esterno come “scuola d’elite” con studenti perfetti, imponendo loro norme assurde come questa. – concludono – Siamo pronti a mobilitarci al fianco degli studenti e delle studentesse affinché non si verifichino più episodi inaccettabili di questo tipo”.
Il caso del liceo calabrese è soltanto l’ultimo in ordine di tempo riguardo all’abbigliamento degli studenti e alle regole che dovrebbero seguire i ragazzi in classe. Nei mesi scorsi un docete di un istituto romano aveva apostrofato con parole molto pesanti una studentessa che aveva scoperto la pancia in classe.
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