Statale di Milano, usare i satelliti spia per studiare il clima del passato

Le immagini riprese dai satelliti spia del governo americano per ricostruire paesaggi e clima del passato, “vedendo” com’era il territorio prima dell’uomo. Il primo studio sul fiume Tigri, nel Kurdistan iracheno

Con le immagini riprese dai satelliti spia del governo americano riescono a ricostruire paesaggi e clima del passato. Possono vedere com’era un territorio prima dell’edificazione di una diga, di case, strade, paesi. E ricostruendo la storia di un luogo arrivano anche a identificare aree a rischio idrogeologico. Geoarcheologi, gruppo di ricerca dell’università Statale, hanno pubblicato il primo studio, sul fiume Tigri in Iraq. Ed è soltanto l’inizio, raccontano oggi, perché hanno a disposizione “un archivio enorme”. “A partire dagli anni Sessanta gli Stati Uniti avevano messo a punto una rete di satelliti spia per fotografare dallo spazio a scopo difensivo territori non accessibili. Da qualche anno hanno iniziato a declassificare queste immagini, migliaia di fotogrammi, scattate in Africa e Asia, e a renderle disponibili per la ricerca”, spiega Andrea Zerboni, che ha guidato il progetto con Luca Forti, nel Dipartimento di Scienze della Terra.

Ricostruire il clima antico

Così lo studio che avevano avviato in Iraq nel 2015 per ricostruire clima e paesaggi del passato è stato rilanciato: “Tre anni fa abbiamo iniziato a utilizzare le foto del satellite spia Corona del 1967 e 1968. Abbiamo analizzato l’area del lago artificiale che si trova vicino alla città di Mosul, formato dopo la sbarramento del Tigri con la diga costruita a metà degli anni Ottanta”. Dopo le missioni in Iraq, nel campus di Città Studi le ricerche sulle foto del satellite. “Le immagini mostrano una superficie terrestre molto diversa da oggi. Abbiamo potuto osservare la porzione del fiume che adesso è sommersa dall’invaso artificiale. Come essere lì affacciati su un ponte, cinquant’anni fa”, raccontano i ricercatori. Ed ecco i risultati raggiunti con lo studio ( pubblicato sulla rivista Earth Surface Processes and Landforms), condotto con ricercatori dell’Università di Cagliari e Newcastle. “Con fotogrammi presi nella stagione delle piogge e in quella arida abbiamo ricostruito le variazioni di portata del fiume — spiega Zerboni — . E mostrato come la forma del lago artificiale ricalchi l’andamento sinuoso del Tigri”.

Satelliti Cora e Hexagon

I ricercatori hanno a disposizione migliaia di immagini, dei satelliti Corona e Hexagon. “Il governo americano da una decina d’anni ha iniziato a renderle disponibili progressivamente. E questo metodo apre nuove strade alla ricerca dei geologi, abbiamo dimostrato che è possibile ricostruire i processi geomorfologici naturali in regioni che hanno subito forti trasformazioni dovute all’espansione delle aree urbane e antropizzate. Possiamo anche identificare siti archeologici distrutti o minacciati, per attività agricola o urbanizzazione. E individuare aree a rischio idrogeologico, che potrebbero subire alluvioni per piene fluviali che possono ripetersi nel tempo“.

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