Università, il calo delle immatricolazioni aumenta al Sud

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I risultati delle ricerche del Consiglio universitario nazionale sono preoccupanti: in Italia, stanno soccombendo le classi meno abbienti. Ed il Sud è in prima linea. Il calo delle immatricolazioni riguarda, infatti, soprattutto il meridione.

In un momento in cui la crisi morde e la Commissione europea suggerisce di superare l’impasse puntando sull’innovazione, il meno 17% di iscrizioni nelle università scuote l’opinione pubblica.

L’indignazione è tanta, anche perché ormai sembra essere certo:  a smettere di iscriversi sono soprattutto le persone che hanno maggiori difficoltà economiche. Inoltre, la diminuzione delle iscrizioni nelle scuole non sta avendo ripercussioni sui licei classici e scientifici, ma solo sugli istituti tecnici e professionali.

Insieme al Cineca, il Cun si è reso conto che le immatricolazioni ai corsi triennali a ciclo unico sono scese da 338mila a 280mila. Sono andate perse, cioè, ben 58mila immatricolazioni.

Nel Paese, l’ascensore sociale è fermo da tempo. Il calo di immatricolazioni non colpisce equamente i diplomati di tutti gli indirizzi. Dal 2003 al 2004 e dal 2011 al 2012, gli immatricolati alle università in possesso di un diploma di maturità liceale sono aumentati dell’8%.

I diplomi tecnici e professionali stanno invece subendo la crisi: si tratta rispettivamente di un calo del -44%, per i primi e del -37%, per i secondi.
Il dato è da mettere in relazione con una delle certezze che da sempre hanno caratterizzato il Paese: questi istituti sono quelli frequentati dalle famiglie meno abbienti.

Per quanto riguarda le immatricolazioni, invece, pare che alcune regioni del Nord ne siano immuni.
In Trentino Alto Adige e in Piemonte, infatti, il trend è in controtendenza: si è registrato infatti un aumento.
Il numero degli studenti che non possono iscriversi crescono quanto più si scende al Sud: al centro si ha il – 19% e al Sud il -27%

AZ

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