Test sotto accusa, il Codacons denuncia il sistema

Parte oggi una denuncia del Codacons a 104 Procure della Repubblica di tutta Italia, relativamente alla vicenda dei test di ammissione errati per le facoltà di medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria.

“Un enorme pasticcio – spiega l’associazione – che ha portato il Ministero dell’istruzione a fare dietrofront su ben due quiz, mentre su alcuni altri quesiti pesa il sospetto di incongruenze e inesattezze che, sommate agli errori ufficiali, potrebbero costare l’annullamento dell’intera prova”.

Nell’esposto il Codacons chiede alla magistratura di aprire indagini, nei confronti del dicastero dell’istruzione e del Cineca (Consorzio interuniversitario per la gestione del centro elettronico dell’Italia nord orientale) – quest’ultimo responsabile della predisposizione dei plichi contenenti le prove d’ammissione – alla luce di possibili fattispecie penalmente rilevanti come abuso e omissione di atti d’ufficio, turbativa di pubblico servizio e inadempimento di pubbliche forniture.

Nell’esposto il Codacons chiede alle Procure di disporre, a titolo preventivo, anche il sequestro delle graduatorie delle prove di ammissione, onde evitare ulteriori danni ai candidati esclusi. Sempre oggi il Codacons ha aperto la raccolta di adesioni al mega-ricorso al Tar del Lazio, cui potranno partecipare tutti gli studenti esclusi dalle facoltà le cui prove di ingresso sono state caratterizzate da errori.

“Il ricorso – spiega il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – sarà presentato deducendo censure identiche per tutti i ricorrenti. Tra le altre motivazioni che porteremo dinanzi ai giudici, la violazione della par condicio e dell’art. 97 della Costituzione, deducendo ancora una volta l’incostituzionalità delle norme che limitano il diritto all’istruzione con i test di accesso”.

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  1. Sono straniera e abito da più di venticinque anni in Italia, esattamente in Sicilia a Messina. Mia figlia diciotto anni, uscita quest’anno dal Liceo Scientifico con un buon voto di diploma decide all’inizio dell’estate di intraprendere la via difficile per entrare nella facoltà di Medicina. A Messina ci sono diverse scuole che preparano al test d’ingresso; una di loro, la più “famosa” chiede circa 8.000 euro per aiutare l’aspirante medico nel “difficile” cammino che consente l’accesso alla “prestigiosa” facoltà. Questa cifra mi sembra veramente esorbitante e l’idea stessa di dover pagare così tanto per poter usufruire del diritto allo studio è contraria alla mia morale. Decidiamo quindi, con mio marito, di rivolgerci ad un’altra scuola che organizza lezioni con richieste meno esose.
    Ma cosa viene a scoprire mia figlia il giorno del test…. ? Che nell’aula in cui fa esame, si è formato grazie a dei segni di riconoscimento prestabiliti, un gruppo degli alunni di quella scuola ( che mia figlia per la maggior parte conosce, poiché Messina è una “piccola città ”), e che questi ragazzi, sistemati l’uno accanto all’altro a pochi centimetri di distanza, non fanno altro (lo possiamo immaginare) che collaborare durante lo svolgimento delle prove. La cosa più grave è che i docenti incaricati di effettuare l’assistenza e la sorveglianza li lasciano, indisturbati, lavorare insieme.
    Sembra che sia andata così anche in altre aule. Il risultato di questa vicenda è che molti alunni di quella scuola, grazie a punteggi altissimi ( il lavoro in gruppo aiuta) sono entrati , alcuni ( lo spero ), per merito, altri, forse la maggioranza, perché assistiti da qualche compagno di squadra bravo.
    Mia figlia non è entrata, probabilmente non era abbastanza capace ma mi domando : Perché non è stata organizzata, per l’ingresso alla Facoltà di Medicina, così come è stato fatto , secondo la nostra esperienza, in altre facoltà come quelle di Ingegneria o di Farmacia, una selezione seria, con un’assistenza agli esami fatta in maniera rigorosa e con una sistemazione dei candidati nelle aule, stabilita dal computer o dal caso e non dalla libera scelta di candidati,già per alcuni ben allenati a lavorare in gruppo dalla scuola che li ha preparati ? E ancora : perché non viene offerta dagli Atenei stessi , a tutti i candidati, una valida preparazione a queste selezioni ( so che in alcune Università tale preparazione viene effettuata ). Iniziative di questo genere metterebbero la parola fine alle ingiustizie e al “business” che gira attorno alla questione dei Test.
    S.R 57

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