Spari in classe alla prof, parla una studentessa: “Le avevamo chiesto scusa. Non capisco perché ci abbia denunciato”

Lo stupore di una studentessa che è tra i 24 ragazzi querelati dalla docente di Scienze e Biologia raggiunta da due pallini sparati da una pistola giocattolo. “Quando tornò in classe le chiedemmo tutti scusa e lei accettò”.

“Quando la prof è tornata in classe, una settimana dopo, le abbiamo chiesto tutti scusa, anche chi non c’entrava nulla come me. Lei le ha accettate, non capisco perché ora abbia denunciato”. Non si fermano le polemiche sul caso dei 24 studenti dell’Itis “Marchesini” di Rovigo denunciati dalla loro insegnante di Scienze e Biologia, Maria Luisa Finatti, dopo esser stata colpita in classe da una pallina di plastica sparata da una pistola giocattolo mentre si trovava alla cattedra.

“Io ero in bagno, non c’entro nulla”

Oggi dalle pagine del Corriere della Sera parla una delle studentesse denunciate per lesioni personali, oltraggio a pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori. “Io ero in bagno quando è stata colpita – ha spiegato la ragazza – Al rientro in classe ho visto che la prof stava piangendo, ho chiesto cosa fosse successo e poi ho detto a chi le aveva sparato di andare dalla preside a chiedere scusa, cosa che ha fatto. Ha sbagliato, sia lui a sparare sia l’altro a girare il video”.

“Stiamo preparando una lettera da consegnarle”

Poi aggiunge una precisazione alla ricostruzione dei fatti. “Intanto non era una pistola ad aria compressa come si è detto ma giocattolo – aggiunge la studentessa -. E poi quando la prof è tornata in classe, una settimana dopo, le abbiamo chiesto tutti scusa, anche chi non c’entrava nulla come me. Lei le ha accettate, non capisco perché ora abbia denunciato. Comunque sia stiamo facendo un testo di scuse da darle. Ciascuno di noi ha scritto due-tre righe. Queste sono le mie: gentile professoressa, sono sinceramente dispiaciuta e imbarazzata, mi creda, per ciò che è avvenuto”.

Il padre più severo: “La docente ha fatto bene”

Più severo il padre della studentessa. “Non riesco a immaginare come possa essersi sentita quella povera professoressa, presa in giro dai ragazzini: insegna da una vita… Un fatto molto brutto, ai miei tempi non succedevano queste cose, mio padre mi avrebbe gonfiato la faccia – dice senza giri di parole. L‘insegnante ha fatto bene. Quando ho saputo della vicenda sono andato dalla preside a chiedere un incontro genitori-alunni per fare chiarezza e scusarci con la professoressa. Ma la preside me l’ha negato dicendo di lasciar perdere, che la cosa sarebbe scemata”.

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