Su 159mila nuovi assunti dalle imprese italiane in questo trimestre, solo il 19,8% è a tempo indeterminato. A raccontarlo sono i dati resi noti da UnionCamere nell’indagine Excelsior. In particolare, si avranno 42 contratti atipici ogni 100 contratti di assunzione diretti e 25 contratti di lavoro ‘non dipendente’ ogni 100 contratti di lavoro dipendente (diretti o interinali).
«Questi dati sono la dimostrazione di come la riforma del lavoro non sembra aver raggiunto gli obiettivi prefissati: purtroppo al momento il precariato resta l’unica soluzione delle imprese per assumere in un periodo tanto difficile. Prima della Riforma – spiega l’avvocato Tommaso Dilonardo, presidente e fondatore dell’Osservatorio Work in Progress – secondo una ricerca condotta nel mese di giugno, il 73% degli imprenditori aveva sospeso le assunzioni in attesa di maggiore chiarezza, inoltre il 70% delle aziende auspicava una riforma idonea a ridurre i costi del lavoro e a introdurre incentivi, fiscali e no, alle assunzioni (60,9%)».
Secondo l’Osservatorio la Riforma avrebbe aumentato i costi per le imprese ed il precariato per i lavoratori. L’unica soluzione, secondo Dilonardo, sarebbe quella di ridurre fortemente il costo del lavoro per i nuovi assunti non precari. «Sempre secondo la nostra indagine – precisa – il 31% degli imprenditori dichiara di poter considerare l’assunzione a tempo indeterminato, ma a fronte di agevolazioni fiscali».