Ricerca, domenica 8 maggio torna nelle piazze l’azalea di Fondazione AIRC

Oltre alle informazioni sulla prevenzione dei turmori si potranno ricevere tre salutari ricette firmate dall’ambasciatrice AIRC Antonella Clerici, dalla foodblogger Monica Papagna e dallo chef Stefano Sforza

Domenica 8 maggio l’Azalea della Ricerca di Fondazione AIRC torna a colorare tantissime piazze in tutta Italia per sostenere i ricercatori impegnati a trovare diagnosi sempre più precoci e terapie più efficaci per i tumori che colpiscono le donne.

Ventimila volontari torneranno nelle piazze per distribuire l’Azalea della Ricerca a fronte di una donazione di 15 euro. Insieme verrà consegnata la speciale Guida con informazioni su prevenzione, cura dei tumori e tre salutari ricette firmate dall’ambasciatrice AIRC Antonella Clerici protagonista anche della copertina, dalla foodblogger Monica Papagna e dallo chef Stefano Sforza. E’ possibile ordinare l’Azalea su Amazon. Tutti gli aggiornamenti sulla distribuzione sono disponibili in tempo reale su airc.it

Le storie di chi combatte

Volto dell’Azalea della Ricerca è Francesca, giovane mamma e medico nefrologo a cui è stato diagnosticato un cancro alla tiroide, ritratta insieme alla piccola Cecilia in un momento di affettuosa complicità. “Mi sono offerta di fare da paziente a una mia collega per provare il nuovo ecografo. È così che ho scoperto di avere un nodulo alla tiroide. Del percorso di cure mi è pesata molto la radioterapia allo iodio perché dovevo stare in isolamento per parecchi giorni, mi mancava la mia bimba e in quella stanza silenziosa pensavo troppo”. Oggi Francesca sta bene e con la sua testimonianza vuole sottolineare una volta in più l’importanza della prevenzione.

Il tumore dell’ovaio rappresenta il 3% circa di tutti i tumori maligni nella popolazione femminile ed è il decimo per frequenza. In circa l’80% per cento dei casi la malattia è scoperta quando è già in fase avanzata, perché il tumore dell’ovaio non dà sintomi specifici e la diagnosi è per questo spesso difficile e tardiva. I risultati di un recente studio sostenuto da Fondazione AIRC, pubblicati sulla rivista Cancer Research, mostrano che alcuni tumori ovarici presentano alti livelli di due proteine che regolano l’attività dei mitocondri, la centrale energetica delle cellule. Tale peculiarità sembra renderli sensibili a una nuova classe di farmaci. I dati, ottenuti dal gruppo di ricerca coordinato da Raffaella Giavazzi presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, sono importanti per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per questo tipo di tumore che ancora oggi è tra i più difficili da curare.

La ricerca

E’ composta da tutti coloro che ogni giorno, a vario titolo, combattono il tumore, l’avversario di sempre. Come Riccardo Taulli, Università degli Studi di Torino-Orbassano, parte di un gruppo che studia il tumore del polmone in fase avanzata. In particolare, il progetto intende sviluppare una piattaforma pre-clinica di organoidi tumorali per identificare i processi d adattamento alle terapie correnti e su cui testare strategie terapeutiche non convenzionali con farmaci di ultima generazione. “L’obiettivo è comprendere quali meccanismi mette in atto il tumore del polmone per difendersi dai farmaci, anche i più innovativi – spiega -. Questi studi sono fondamentali per sviluppare trattamenti sempre più efficaci”.

L’adozione di comportamenti salutari potrebbe prevenire circa il 30-40% dei nuovi casi di tumore. Il fattore di rischio più importante è il fumo, a cui sono riconducibili almeno 17 diversi tipi di neoplasie oltre al carcinoma polmonare che, nell’85-90% dei casi, è provocato proprio da questa abitudine nociva. Anche l’obesità determina maggiori probabilità di sviluppare un cancro: un’analisi dell’American Cancer Society mostra che nel 2012 i chili di troppo sono stati responsabili del 3,9% circa di tutti i tumori nel mondo, con punte del 7 e 8% nei Paesi occidentali. La dieta, oltre ad aiutare contro l’eccesso di peso, ha un ruolo fondamentale nella prevenzione dei tumori. Tre neoplasie su dieci sono infatti causate da un’alimentazione poco varia e non equilibrata. Infine, va evitata la sedentarietà: un’attività fisica regolare può diminuire il rischio di sviluppare un tumore del 7% circa rispetto a chi non si muove. L’esercizio inoltre riduce fino al 30% il rischio di recidive e migliora la qualità di vita delle pazienti, sempre rispetto a chi non fa attività fisica. Le linee guida dell’American Cancer Society suggeriscono di praticare 300 minuti circa di attività moderata alla settimana oppure 150 minuti di attività intensa.

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