Riapertura scuola, i presidi insistono: “Lunedì in classe sarà come andare alle Termopili”

La conferma della riapertura della scuola il 10 gennaio continua a non convincere i presidi italiani. “Lunedì in classe sarà come andare alla battaglia delle Termopili” ha detto il il presidente lombardo dell’Associazione Nazionale Presidi, Matteo Loria. Preoccupazione anche in Sicilia dove 200 sindaci hanno espresso preoccupazione per gli effetti del rientro a lezione: “E’ un atto irresponsabile”.

Nessun dietrofront dell’ultimo minuto: la scuola riaprirà il 10 gennaio nonostante il grido d’allarme dei presidi e la richiesta di più di un governatore di attivare almeno qualche settimana di didattica a distanza. La conferma è arrivata dal ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi che ha cercato così di azzerare così una volta tutte i tanti dubbi che da ormai diversi giorni aleggiano attorno alla data di rientro in classe dalle vacanze di Natale.

Vengono respinte al mittente quindi le richieste dei presidi che avevano chiesto l’attivazione della didattica a distanza per evitare un boom dei contagi a scuola. Richiesta che però non sembra esaurirsi dopo le parole di Bianchi. “Visto che, a quanto dicono gli esperti, non siamo ancora arrivati al picco di contagi di questa variante Omicron, credo che se non siamo passati alla dad per scelta, ci arriveremo per necessità – ha detto all’ANSA il presidente lombardo dell’Associazione Nazionale Presidi, Matteo Loria – Lunedì sarà come andare alle Termopili. Solo nella mia scuola già adesso abbiamo 45 studenti e 8 docenti positivi e credo che tra due giorni la situazione sarà anche peggiore. Non è tanto un problema di tipo epidemiologico ma organizzativo, perché sarà molto difficile mettere a disposizione degli studenti che ci saranno un programma didattico adeguato, anche perché non è possibile reclutare un supplente in un paio di giorni”.

Da nord a sud però il timore che la riapertura delle scuole provochi un’ondata ancor più imponente di contagi è reale. “La riapertura delle scuole in presenza a partire dal 10 gennaio sarebbe un atto irresponsabile. Non esistono, infatti, le condizioni minime di sicurezza e la possibilità da parte dell’Asp di fornire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche”, hanno
ribadito 200 sindaci siciliani che hanno partecipato in videoconferenza ad una riunione urgente indetta dal presidente dell’Anci Sicilia
, Leoluca Orlando, per fare il punto sulla ripresa delle lezioni a scuola in un momento di aumento di contagi per il Covid. Già nei giorni scorsi l’Associazione dei comuni siciliani aveva manifestato preoccupazione per il dilagare dei contagi, sottolineando, in una nota inviata al presidente Musumeci e all’assessore Lagalla, la necessità di riprendere le lezioni in dad.

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