Non solo la scuola, anche l’università dovrà adeguarsi all’obbligo vaccinale voluto dal governo Draghi con il decreto del 5 gennaio. Il testo specifica che l’estensione dell’obbligo vaccinale, senza limiti di età, vale per tutti coloro che lavorano nelle università e nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam). Esattamente come avviene, dal 15 dicembre scorso, per il personale scolastico. La novità vale solo per professori, ricercatore e personale amministrativo di atenei, conservatori e accademie. Per gli studenti, invece, continua a valere il precedente obbligo di green pass e i controlli restano a campione.
L’obbligo vaccinale in Bicocca
La rettrice dell’Università Bicocca di Milano, Giovanna Iannantuoni, intervistata dal quotidiano Repubblica sul personale scolastico alla vigilia della ripaertura del 10 gennaio ha dichiarato: “Sono pochissimi quelli che non hanno già le carte in regola. Numeri piccoli. Che però vanno affrontati”. Con i suoi 37 mila studenti e 2.500 dipendenti, l’Ateneo milanese è il secondo per grandezza dopo La Statale. Su quanto personale sia coperto dal vaccino la rettrice da una percentuale: ” Il 90 per cento. Non significa che il 10 per cento sia scoperto: ci sono i guariti dal Covid che hanno fatto l’iniezione mesi dopo. Comunque sono davvero pochi coloro che non hanno fatto nemmeno una dose, un po’ come in tutte le università, e credo che la maggior parte di queste posizioni siano ideologiche”.
Ma chi è che dovrà controllare su quella minoranza? Si farà come con gli studenti con controlli a campione? “Stiamo cercando di capirlo – ha risposto la rettrice – il grande scambio di queste ore con il ministero e fra rettori è su questo. Bisognerà trovare gli strumenti adatti nel rispetto della privacy di ciascuno“. Spiegando poi cosa accadrà a chi dovesse risultare sprovvisto di vaccinazione: “Cercheremo il dialogo scientifico. C’è una finestra temporale per mettersi in regola che sfrutteremo per parlare con loro. Li farò incontrare con un medico, ne abbiamo uno d’ateneo meraviglioso che può aiutarli. Abbiamo infettivologi bravissimi, sono loro colleghi, questo aiuta” E per chi non si vaccinerà ugualmente? “Voglio essere ottimista – ha chiaristo al quotidiano – ho visto come si è comportata la mia comunità e credo che non avremo grossi problemi. Ma per chi non si adegua scatterà la sospensione“.
La lettera della rettrice della Sapienza
“Con la ripresa delle attività dopo la pausa natalizia, Sapienza manterrà elevato il livello di attenzione sulle norme di sicurezza anti-contagio da Covid-19, puntualmente aggiornate nella pagina web dedicata di Ateneo, in particolare osservando i quattro passi per la sicurezza della Comunità Sapienza (igienizzazione delle mani, rimanere a casa in caso di sintomi, distanziamento fisico quando è possibile, utilizzo delle mascherine) e prenotando sempre l’attività in presenza, in aula, biblioteca o in sala lettura, attraverso il sistema Prodigit o gli altri strumenti informatici di Ateneo, al fine di poter essere sempre avvertiti se potenzialmente esposti a un caso COVID-19″. Lo scrive in una lettera aperta la rettrice Antonela Polimeni.
L’Ateneo romano, il più grande in Europa con i suoi oltre 104 mila studenti, continuerà con le attività didattiche in presenza. Salvo avvalersi della possibilità ricordata nella circolare della ministra Messa per quanto riguarda gli esami. “In via eccezionale, in considerazione dell’evoluzione del quadro epidemiologico, per le sessioni di esame di profitto e di esame di laurea di gennaio e febbraio, si invitano le strutture didattiche a ricorrere con flessibilità alla modalità a distanza“. Le lezioni nelle università riprenderanno principalmente a marzo, lì ci sarà il grande flusso di studenti. La rettrice, poi, ricorda nel suo scritto come “al fine di facilitare l’accesso alla somministrazione della dose booster, il nostro Ateneo, in collaborazione con l’AOU Policlinico Umberto I di Roma, ha organizzato giornate di Open Day per tutti gli studenti Sapienza le cui date saranno a breve rese note”. Mentre una nota finale strizza l’occhio al personale universitario, richiamando “al senso di responsabilità di ciascuno di noi, per garantire la sicurezza di chi accede in Sapienza, insieme all’efficiente ed efficace erogazione di tutti i servizi”.
Obbligo vaccinale, le raccomandazioni del Mur
La ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha emanato una circolare in cui segnala la possibilità di fare esami a distanza nel caso fossero necessari a garantire la sicurezza. “Si ad esami e sedute di laurea a distanza se necessario. Sarà possibile, come già avvenuto in altri picchi di contagio Covid, utilizzando apposite procedure e tecnologie, che garantiscono l’identificazione del candidato, la qualità e l’equità della prova e la corretta verbalizzazione finale”. Pur raccomandando di continuare, dove possibile, di preferire la continuazione delle attività in presenza. Le università italiane, infatti, hanno tutte scelto la forma ibrida sia per lezioni ed esami. “Gli strumenti di didattica a distanza messi in campo da atenei, conservatori, accademie, istituti continuano a essere disponibili per garantire misure di salvaguardia per gli studenti che non dovessero riuscire a partecipare in presenza o in casi specifici in relazione al rischio epidemiologico”.
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