No alla riforma del reclutamento dei docenti che introdurrà la figura dei “precari a vita”. È quanto ribadisce con forza l’ANDU, l’Associazione Nazionale dei Docenti Universitari, che ha organizzato sul tema un incontro in videoconferenza in programma il prossimo 11 gennaio a partire dalle ore 17.
L’incontro , da titolo ‘Università Precaria – pre-ruolo, reclutamento e democrazia negli atenei’ è promosso da ANDU, ARTED, CISL UNIVERSITÀ, CNU, FLC CGIL, RETE 29 APRILE, UIL RUA e UNIVERSITÀ MANIFESTA, e parte dall’elaborazione di un documento unitario che mette in forte discussione la riforma del reclutamento. “L’impianto del conferma l’ineluttabilità di una precarietà estremamente lunga prima di una ‘eventuale’ immissione in ruolo, istituendo il ‘nuovo’ Ricercatore Tenure Track e un contratto di ricerca, senza eliminare le borse di ricerca che rappresentano il paradigma fondato su rapporti di lavoro a forte dumping contrattuale, senza diritti e tutele, determinando una condizione complessiva che ci colloca fuori dai parametri europei istituendo un percorso precario che può arrivare fino a 18 anni” si legge nel documento.
All’incontro, fa sapere l’ANDU, sono invitati a partecipare, in particolare, i Componenti delle Commissioni Istruzione del Senato e Cultura della Camera e hanno già confermato di partecipare: Tomaso Montanari, Erica De Vita e Giovanni Tonolo.
“Si tratta di una Legge che massacra gli attuali e i futuri precari, prevedendo condizioni e tempi perfino peggiori di quelli attuali – aggiungono dall’ANDU – Una Legge che addirittura si vorrebbe peggiorare rispetto al testo approvato alla Camera, soprattutto per mantenere la cooptazione personale, con gli annessi scandali anche giudiziari, attraverso il mantenimento dei finti concorsi o la chiamata diretta e verticistica dei ‘prescelti’, assecondando la richiesta della CRUI. Contro questa Legge, che va fermata e riscritta, si sono espresse in più occasioni le Organizzazioni universitarie. Per il resto, il silenzio tombale che accompagna la Legge sul precariato è generalizzato: tace la stragrande maggioranza dei docenti e tacciono gli organi di informazione. È urgente che, a tutti i livelli, si esprimano pubblicamente, tempestivamente e con molta forza, tutti coloro che hanno a cuore la libertà di ricerca e di insegnamento in una Università utile all’intero Paese, ai quali si chiede anche di partecipare all’Incontro Nazionale dell’11 gennaio 2022”.
Questo il link per partecipare all’assemblea.