Tutti uniti contro il governo sul rientro a scuola. Bianchi: “Nessun ripensamento”

L’esecutivo sempre più solo. Governatori, presidi, medici, perfino il consigliere di Figliuolo sono per attivare la didattica a distanza e usare quel tempo per vaccinare i più piccoli.

“Irresponsabile aprire le scuole il 10 gennaio”, ad aprire la controffensiva, dopo l’appello di oltre duemila presidi, è stato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “Per quello che ci riguarda non apriremo le medie e le elementari. Non ci sono le condizioni minime di sicurezza“, ha affermato durante una diretta facebook. Per la prima volta dopo molto tempo la scuola è unita contro il governo: dai sindacati ai presidi, dai medici alla maggioranza, perfino all’interno del gruppo di lavoro del generale Figliuolo si dubita del rientro a tutti i costi almeno per gli under 12.

Rischio chiusura scuola tra due settimane: i dati

Da una proiezione di Tuttoscuola del numero di classi che potrebbero superare i limiti massimi di alunni contagiati previsti dal Governo, emerge che tra dieci giorni 200mila classi (più di una su due), dalla scuola dell’infanzia alle superiori, rischiano di dover interrompere la didattica in presenza. Secondo la rivista, “occorre fare i conti con i crescenti contagi che stanno coinvolgendo alunni e personale scolastico, nonostante la chiusura delle scuole per le vacanze natalizie. E le regole stesse fissate dal decreto del governo portano a stimare che dopo pochi giorni di applicazione la maggior parte delle classi si ritroveranno in Dad. Sul milione e 406 mila casi positivi registrati alla vigilia dell’Epifania, stime attendibili individuano in circa 300mila gli alunni contagiati. Si può calcolare che, in rapporto all’intera popolazione scolastica, siano circa 35mila i bambini della scuola dell’infanzia infettati, 95mila quelli della scuola primaria, 65mila gli alunni della scuola secondaria di I grado e 105mila studenti delle superiori”.

Molti istituti che hanno usufruito del ponte dell’Epifania per spostare di qualche giorno in avanti il ritorno a scuola, fissato per il 10 gennaio. Per cercare di rientrare in classe senza creare affollamenti, si è fatto ricorso a ingressi scaglionati, anche se tanti giovani saranno già costretti a casa per essere risultati positivi o a causa di isolamenti preventivi dopo contatti stretti. Senza dimenticare che per molti studenti e insegnanti, i timori più grandi sono legati non tanto alla presenza all’interno delle classi, ma ai viaggi sui mezzi pubblici in orari di punta, quando il distanziamento è del tutto annullato

De Luca contro governo

“Dobbiamo approfittare di questi 20-25 giorni per fare un lavoro straordinario, e qui chiedo la collaborazione di presidi, docenti e pediatri, per avere non 20 giorni di riposo, ma per utilizzare al meglio queste giornate per sviluppare quanto più possibile la campagna di vaccinazione per i bambini più piccoli”, ha spiegato l’ex sindaco di Salerno. “In queste ore – ha detto durante la diretta – stanno lavorando le nostre strutture sanitarie, credo che ci sarà a breve un’unità di crisi, che credo prenderà atto di questa situazione in maniera responsabile. Quindi credo che andremo alla proroga dell’apertura dell’anno scolastico in Campania a fine gennaio per scuole medie ed elementari. Per il resto vedremo di seguire con attenzione la situazione del contagio, cercando di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per garantire ai docenti, ai presidi, alle famiglie il massimo possibile di assistenza sanitaria e di prevenzione per evitare situazioni pesanti e gravi”. Per poi scagliarsi contro il governo: ” “Ho la sensazione – ha aggiunto De Luca in diretta Facebook – che si mettano in piedi provvedimenti che finiscono per trasformare i nostri bambini in cavie sull’altare della politica politicante, dell’opportunismo e degli ideologismi. Questo capita quando si fanno scelte a prescindere da quella che è la realtà. C’è qualcuno che possa sostenere che aprire le scuole nel caos totale sia una misura che favorisce la didattica, la formazione, l’equilibrio psicologico dei nostri bambini?”.

Zaia: “Unica novità sulla scuola è il caos”

Il governatore del Veneto Luca Zaia non ha usato mezzi termini per descrivere ciò che sta accadendo sul territorio: “Ci sono migliaia di scuole chiuse per mancanza di docenti (in quarantena, in malattia, non vaccinati) – ha detto in un’intervista al Gazzettino – Il governo ha deciso che il 10 si riapre, ma molte saranno chiuse, altre in Dad perché non ci sono altre soluzioni. Da parte mia, ho chiesto al governo un pronunciamento del Cts sulla riapertura, non ho avuto risposte. Di certo, la fase di testing così come è impostata, è insostenibile”. Concetti ripetuti (e ampliati) nel corso della sua consueta conferenza stampa a Marghera: “L’unica novità sul fronte delle scuole è il caos”. Poi ha rincarato la dose, spiegando che il decreto del Governo “impone delle fasi di testing che sono insostenibili. Tutte le regioni sono a fine corsa con la fase di testing. Non parliamo poi del contact test – ha aggiunto – cioè nel chiamare a casa i positivi e i loro contatti. Inutile buttarla in polemica: questa è la capacità di lavoro e oltre a quella non si va”.

Bianchi: “Nessun ripensamento rientro a scuola”

Nessun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza“, ha detto senza fare passi indietro il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, a margine delle celebrazioni dell’anniversario della nascita della bandiera Tricolore a Reggio Emilia. Il ministro è stato categorico sull’appello firmato dai presidi: “Siamo molto attenti a voci che ci arrivano dal Paese, ma anche dalle tante voci che ci dicono che la scuola debba restare in presenza”, ha detto. E ha poi voluto aggiungere che tutte le decisioni sono state prese dopo un’attenta analisi e ascoltando tutti i punti di vista: “Abbiamo approvato un dispositivo equilibrato e graduato, raccogliendo tutte le esigenze per avere una scuola in presenza e in sicurezza. Abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare – ha continuato – I ragazzi delle classi superiori sono in gran parte vaccinati. Appena abbiamo avuto la disponibilità da parte delle autorità europee, abbiamo vaccinato i bambini. I nostri ragazzi sono per tre quarti coperti a livello vaccinale. E stiamo continuando a vaccinare, perché questa è la strada”.

A questo punto il governo è intenzionato a impugnare la decisione del presidente della Campania Vincenzo De Luca di tenere chiuse le scuole medie ed elementari. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Per l’impugnativa, viene spiegato, è necessario un passaggio in Consiglio dei ministri.

Presidi: “Tra pochi giorni tutte le classi in quarantena”

Il governo non si è consultato con noi. Abbiamo incontrato il ministro il 4 gennaio e in quell’occasione io ho ritenuto opportuno dirgli che sarebbe stato meglio rimandare di qualche settimana il rientro in presenza”, ha dichiarato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, su Radio Cusano Campus. “In quelle due settimane si potrebbe alzare la percentuale di alunni vaccinati, si potrebbe organizzare la distribuzione di mascherine Ffp2 e avviare sul territorio una campagna di testing degna di questo nome. Il nostro sistema sanitario non è in grado di assicurare il tracciamento nei tempi previsti, soprattutto con tutti questi contagi. Se stiamo 2-3 settimane in dad non succede nulla, c’è una demonizzazione della dad che è senza senso

“Sicuramente tutti pensiamo che la scuola debba essere in presenza ma ci troviamo davanti ad una situazione che giorno dopo giorno si presenta più allarmante – afferma la presidentessa di Anp Lazio, Cristina Costarelli -. Abbiamo scuole a Roma, come quella che dirigo, con 50 studenti positivi. Questo significa che la prossima settimana avremo quasi tutte le classi in quarantena. Non c’è stata da parte di chi avrebbe dovuto l’attenzione alla scuola, con uno screening panificato degli studenti in rientro”. La preside del liceo “Isacco Newton” sottoinea come “le misure di sorveglianza siano insostenibili”, denunciando il ritardo delle Asl nel garantire i tamponi necessari. Non solo: “Si introduce una disparità tra alunni vaccini e non, che non si riuscirà a gestire. E poi, ciliegina sulla torta, la mancanza di docenti: tra chi è positivo, chi non ha adempiuto all’obbligo vaccinale, senza contare le assenze dovute ad altri problemi. Questi sono i motivi che a malincuore si chiedono alcune settimane da Dad”.

Consigliere di Figliuolo: “Due settimane di Dad servirebbero”

Anche la scienza si schiera dalla parte dei presidi. Compreso Guido Rasi, consulente del Commissario per l’emergenza Covid, che ospite ad Agorà su Rai3 ha dichiarato: “Per me due settimane di dad sarebbero molto importanti, perché se oggi siamo a 200mila casi, per lo più sottostimati, immaginiamo tra una settimana cosa vedremo. Se non facciamo due settimane adesso poi dovremo fare una cosa frammentata nei prossimi tre mesi”. Più duro Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe, che a Rtl 102.5 ha affermato che “non si può continuare con lo slogan ‘niente Dad, scuola sicura’ perché questo di fatto non è possibile in un momento di circolazione di un virus che raddoppia i casi ogni due giorni. È evidente che quello che stanno chiedendo i presidi, ovvero utilizzare queste due settimane per potenziare la vaccinazione, è ragionevole. Però due settimane di Dad senza nessun intervento di incremento delle coperture vaccinali in queste fasce d’età può lasciare il tempo che trova. È evidente che con questa circolazione virale sarà molto difficile mantenere le classi in presenza”.

Sindacati: “Dad non basterà”

“Non so se la risposta più giusta è di prendersi una pausa, però la disattenzione all’applicazione di una norma mi fa molto dispiacere – ha affermato la segetaria Cisl Scuola, Maddalena Gissi, durante una diretta di Orizzonte Scuola – Non credo che basterà andare solo in Dad perché oggi sappiamo che probabilmente la vera esplosione dei casi ci sarà tra 15 giorni, quindi in Dad ci saremo comunque. Ai presidi va detto chiaramente, perché il dire e non dire non vanno bene. Diamo il tempo materiale di vaccinarsi”. E una punzecchiatura al ministero dell’Istruzione riguardo la poca trasparenza sui dati: “Non solo si sbaglia quando si dice che si valuterà in base alle pochissime classi aperte oggi, ma come al solito è nota la storia del ministero sul non condividere i dati”.

“È stato cancellato lo sdoppiamento delle classi, fondamentale anche per la qualità della didattica. Sono state tagliate le risorse usate per questo scopo l’anno scorso. Così la scuola è stata disarmata rispetto alla diffusione del virus – ha dichiarato al Manifesto il segretario di Flc Cgil, Francesco Sinopoli, Abbiamo dovuto fare uno sciopero per chiedere che venissero mantenute le risorse per l’organico Covid, che era già inferiore all’anno precedente perché riguarda solo il supporto didattico e il personale Ata. Le proposte sul ripristino di presidi sanitari nelle scuole, su investimenti per potenziare il trasporto scolastico dedicato non hanno mai avuto ascolto”. E poi il segretario della Cgil punta il dito direttamente contro Mario Draghi: “La scuola è diventata uno strumento di consenso politico. L’idea radicata a Palazzo Chigi, è che per quanto riguarda la scuola bisogna risparmiare sulla spesa corrente. Il taglio dell’organico Covid è stato voluto da Palazzo Chigi“.

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