Razzismo, una scansione celebrale per smascherarlo

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Può una semplice scansione cerebrale smascherare una propensione al razzismo? Tobias Brosch, neuropsicologo all’Università di Ginevra, risponde in modo affermativo e il suo studio, pubblicato dalla rivista “Psychological Science“, sostiene che gli stereotipi negativi lasciano un’impronta nel cervello delle persone.

Lo scienziato ha sottoposto a vari individui delle immagini a colori di persone di carnagione bianca o scura e ha monitorato le aree del cervello che si occupano del riconoscimento facciale: “La diversa attività cerebrale registrata nell’osservazione di persone bianche o nere è nettamente più marcata nei soggetti razzisti che non nelle persone senza pregiudizi”, spiega Tobias Brosch. Il metodo, che deve essere ancora messo a punto ma che già solleva molte critiche gra gli addetti ai lavori, potrebbe risultare utile in molti processi.

Secondo lo studioso – riporta il sito Ticinonline – c’è un gran numero di avvocati americani che attende con impazienza il “Brain Imaging”, utile per essere portato come prova in tribunale. Attualmente però esso va contro la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

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