Per l’8 marzo alla Sapienza le studentesse donano il sangue

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”Donare il sangue per una donna e’ un altro modo di donare vita”: Martina ha 23 anni e studia Medicina all’Universita’ La Sapienza di Roma, da parecchio tempo ci stava pensando e in questi giorni (”nonostante la pressione bassa”) ha deciso di fare il grande passo e donare per la prima volta il suo sangue. ”E’ un dovere in quanto donna e in quanto studentessa sana – racconta soddisfatta – donando sangue si possono salvare fino a tre vite”. E’ un 8 marzo ”solidale” quello che si celebra oggi, vigilia della Giornata internazionale delle donne, alla Sapienza: poche mimose, tanta sensibilizzazione.

”Se a livello nazionale esiste una preminenza di donatori maschi – spiega Lucia Granati, professoressa di ematologia e responsabile del Gruppo studenti donatori, nel corso di un seminario – alla Sapienza donatori maschi e femmine quasi si parificano.

Nel 2012 si sono registrate 555 donazioni, 284 da parte di maschi, 271 da parte delle studentesse. E’ importante ora aumentare la frequenza delle donazioni”. Dal 18 al 22 marzo gli studenti potranno donare il sangue direttamente all’universita’ grazie alla presenza di un’ autoemoteca: l’appello della docente va in particolar modo alle ragazze, perche’ ”l’8 marzo e’ un’opportunita’ per fare un gesto solidale”. ”Una donna e’ piu’ abituata a donare – osserva Sabrina, 22 anni, al quarto anno di Medicina – in termini di tempo ed energia, per la famiglia e per gli amici. E’ la figura che si sacrifica di piu”’.

”Abbiamo anche l’istinto materno dalla nostra” aggiunge Gabriella, 22 anni. E poi ”forse una donna ci pensa di piu’ all’emergenza sangue rispetto a un uomo – ipotizza Antonella, donatrice abituale – a differenza nostra i maschi ci pensano meno e bisogna spronarli”. Un punto fermo su cui tutte le studentesse concordano e’ che donare il sangue ”non e’ comunque una battaglia di genere”: ”non e’ questo il modo per affermarsi”, scandisce Francesca a nome dell’intero gruppo.

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